IN RICORDO DEI NOSTRI AMICI SCOMPARSI
6 novembre 2011

L’atmosfera mistica e accogliente dell’antica chiesa di S. Caterina della Rota, che si affaccia con il suo severo ingresso sull’omonima piazza nel cuore della Roma antica, la mattina di domenica 6 novembre u.s. ha visto ancora una volta riuniti numerosi Soci del Lions Club Roma Aurelium, lì convenuti per assistere alla celebrazione di una Messa in suffragio delle Sante Anime degli Amici che avevano lasciato questa nostra terra per raggiungere il Padre Celeste. L’affettuoso ricordo, che sempre ha accompagnato questi incontri che ormai si ripetono da molti anni, questa volta era, se possibile, ancora più struggente: in pochissimi mesi i Soci del Club avevano dovuto assistere, con dolorosa impotenza, alla scomparsa di Persone che amavano e dalle quali erano amate: Ferdinando Antoniotti, Augusto Bellagamba e Piero Tonini, il cui ricordo ritengo che rimarrà sempre vivo in coloro che li hanno conosciuti, sia per la memoria di fatti ed episodi che singolarmente sono stati vissuti, sia per il loro contributo alla vita sociale dell’Aurelium, contributo che ha reso possibile il consolidarsi del prestigio di cui il nostro Club gode nel Distretto.

L’austera ed elegante Chiesa dedicata a Santa Caterina della Rota, che aveva accolto i Soci dell’Aurelium, non era stata scelta a caso: il luogo è la sede della Confraternita Vaticana di Santa Anna de’ Parafrenieri, cui sono affiliati tre nostri Soci e della quale il Decano Generale è un ex Socio del nostro Club, Massimo Sansolini, confraternita costituitasi nel lontano 1378 sotto il Papa Urbano VI ed eletta nel 1507 al rango di “Nobile Collegio de’ Parafrenieri Pontifici” con provvedimento di Giulio II. Successivamente la classe dei Parafrenieri si fuse con quella dei Sediari Pontifici e soltanto nel 1929 alla Confraternita fu assegnata come sede la Chiesa di Santa Caterina della Rota e cioè quando i locali prima occupati dal sodalizio, adiacenti al Palazzo Apostolico e divenuti parte integrante della Parrocchia della Città del Vaticano, vennero abbandonati.

La nuova sede è costituita da un edificio di culto esistente già fin dal 1186, aveva subito due restauri, uno alla fine del XVI secolo e l’altro nuovamente nel 1730, epoca alla quale risale la facciata, e ospita un pregevole soffitto ligneo di fine ‘500 ed era nota presso i romani di un tempo come la chiesa presso la quale si svolgeva una speciale funzione per celebrare l’inizio ufficiale dell’inverno che, per i romani di allora, cadeva il 25 novembre, festa di Santa Caterina. Lo ricorda anche il Belli in uno dei suoi innumerevoli sonetti, con i quali ci racconta la vita romana:

Oggiaotto, ch’è Santa Caterina,
se cacceno le store pe’ le scale
se leva ar letto la cuperta fina
e s’accenne er focone in de le scale.

E facevano il loro primo ingresso a Roma, arrivando dalla Ciociaria, i biferari, creando con un certo anticipo l’atmosfera natalizia.

Ma, tornando alla giornata dedicata alla memoria dei nostri cari, la Chiesa aveva già in precedenza visto, come prima accennato, i Soci dell’Aurelium riuniti per ricordare i propri Defunti, accomunando, in un unico affettuoso e commosso saluto, le persone che erano state a noi vicine sia come familiari che come amici. Perché gli uni e gli altri ci hanno accompagnato nel nostro percorso terreno, rendendo più ricca la nostra esistenza.

E, a proposito di amicizia, desidero chiudere questo mio scritto riportando le parole con le quali, nel maggio del 2001 e nel trigesimo della Sua scomparsa, proprio nella Chiesa di Santa Caterina della Rota, terminavo il ricordo del nostro indimenticabile Socio Gianni Gallazzi: “Se è vero quanto affermato da Robert Louis Stevenson e cioè che un amico è un regalo che fai a te stesso, Enzo si era fatto un regalo che nessuna somma di danaro riuscirà a procurargliene un altro.”
(Enzo Maggi)

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