VISITA AL MUSEO TIPOLOGICO INTERNAZIONALE DEL PRESEPIO
domenica 8 febbraio 2015


Posta nel calendario dell’annata dal nostro Presidente Francesco Lomonaco, suggeritrice nonché organizzatrice dell’evento la dr.ssa Donatella Liccardi Medici, figlia del nostro socio Ernesto, si è realizzata la visita al Museo Tipologico Internazionale del Presepio in Roma Via Tor de’ Conti, 31/a.

Accolti dal Presidente dell’Associazione Italiana Amici del Presepio (A.I.A.P) Sig. Alberto Finizio, dal Vice Presidente Sig. Roberto Fabrizi e dalla gentilissima Sig.ra Antonella Salvatori, Consigliere Curatrice del Museo Tipologico Internazionale del Presepio, abbiamo avuto modo di conoscere l’Associazione, fondata a Roma nel 1953, che riunisce gli appassionati del Presepio di tutta Italia (conta alcune migliaia di iscritti) con lo scopo di mantenere viva la tradizione del Presepio, promuovendo la conservazione e la salvaguardia di Presepi storici e moderni.
L’Associazione è sede della Segreteria Internazionale dell’Universalis Foederatio Praesepistica, che riunisce circa venti Associazioni presepistiche nazionali, europee ed extra-uropee; promuove e coltiva relazioni con Associazioni ed Enti similari, anche esteri, mediante scambi reciproci di notizie e pubblicazioni e la partecipazione a congressi e convegni internazionali; organizza un Convegno annuale a livello nazionale; allestisce mostre e Presepi scenografici ed artistici in Italia ed all’estero.
Per il raggiungimento delle finalità statutarie, l’Associazione, tra l’altro, patrocina e promuove mostre, concorsi, pubblicazioni, conferenze ed altre iniziative inerenti il Presepio; pubblica la rivista trimestrale “Il Presepio” che, oltre alla relazione sulle attività associative, riporta notizie di tecnica, storia, bibliografia, manifestazioni ecc.; gestisce il sito www.presepio.it con informazioni su storia, tecnica, bibliografia e attualità sul Presepio; tiene presso la propria sede e in quelle delle sezioni locali corsi gratuiti teorico-pratici di tecnica costruttiva presepistica.
L’Associazione gestisce presso la propria sede nazionale in Roma Via Tor de’ Conti ai Fori Imperiali, il Museo Tipologico Internazionale del Presepio “Angelo Stefanucci”, che occupa circa trecento mq dei locali sottostanti la Chiesa dei Ss. Quirico e Giulitta.

Non è mancata l’occasione ai nostri anfitrioni per illustrarci la storia di questa bellissima chiesa, nota, forse, più ai turisti che ai romani:
ha origini antiche (VI secolo) e recenti scavi hanno posto in luce che inizialmente era dedicata ai Santi Martiri Stefano e Lorenzo ed aveva un orientamento inverso da quello attuale, l'abside era là dove ora è la facciata; i restauri apportati alla fine del XV secolo e nel 1584 invertirono il suo orientamento, il campaniletto medievale fu conservato ed oggi è inglobato all'interno dell'edificio adiacente (ex convento, oggi Hotel Forum). Nuovi restauri si ebbero all'inizio del XVII secolo, quando papa Paolo V la fece rialzare di circa quattro metri, per preservarla dall'umidità e dalle inondazioni del Tevere. La facciata del XVIII secolo, particolarmente slanciata, è suddivisa in due ordini da un alto cornicione, sul quale si legge l’iscrizione “SS MM QUIRICO ET IULITTAE DICATUM
San Quirico e Santa Giulitta, martiri del IV secolo, vantano uno dei racconti (o leggende?) divenuti più popolari nei primi secoli del Cristianesimo. Ha per protagonista un piccolo bambino, di tre anni (forse quattro), e sua madre, una matrona di stirpe regale, di Iconio (Konya) in Licaonia, regione centrale dell'attuale Turchia.
Allo scoppio violento della persecuzione di Diocleziano nei primi anni del IV secolo, infierendo in Licaonia la caccia ai cristiani, Giulitta, rimasta vedova e pensando verosimilmente alla salvezza del suo bambino più che a se stessa, lasciò la sua città e i suoi averi, per scendere con due ancelle verso Seleucia, nell'Isauria e successivamente a Tarso, nella Cilicia.
La condotta e gli atteggiamenti di Giulitta furono notati e presto divenne palese a tutti la sua vera ispirazione. Giulitta venne così denunciata come cristiana.
In quegli stessi giorni il governatore dell'Isauria, Alessandro, aveva ricevuto l'incarico speciale di recarsi a Tarso, per fare eseguire anche colà gli editti imperiali.
Giulitta, la cui reputazione era già nota ad Alessandro, venne per suo ordine raggiunta e tratta in arresto. Ella, non volendo separarsi dal suo bambino, si lasciò tradurre davanti all'implacabile governatore, tenendosi in braccio il piccolo Quirico. Alessandro interroga a lungo la donna, domandandole il nome, la condizione e la patria, ma ne ottiene una sola risposta: 'Io sono cristiana'. Le viene imposto di sacrificare agli dèi e Giulitta si rifiuta. Alessandro ne è talmente irritato, che, fattole strappare dalle braccia il figliuolo, la fa mettere alla tortura.
Narra la tradizione che il tenero Quirico, sentendo la madre che in mezzo ai tormenti gridava 'Io sono cristiana', ripeteva egli pure 'Io sono cristiano'.
Il governatore Alessandro, tolto il fanciullo alla madre, lo teneva sulle sue ginocchia, ma, per quanti sforzi facesse per distogliere gli occhi del fanciullo dal guardar la madre, il piccolo continuava a tenere gli occhi rivolti verso di lei ed a gridare 'Io sono cristiano'; non fu possibile fargli dire altra parola.
Alessandro, attratto anche dall'avvenenza del fanciullo, gli faceva carezze e se lo accostò per baciarlo; ma il fanciullo gli respingeva il capo colle sue tenere mani, e, secondando i movimenti naturali e propri della sua età, si sforzava di sottrarglisi, graffiandogli il viso e puntandogli i piedi nel ventre. Finchè, Alessandro adirato e fuori di sé, per un impeto di brutalità, prese per un piede il piccolo Quirico, e, dall'alto della gradinata marmorea su cui stava il suo seggio, lo scagliò furente al suolo, dinanzi agli occhi della madre.
Urtando sui gradini del tribunale, la vittima innocente si sfracellò il capo, e tutto il pavimento all'intorno fu bagnato del suo sangue. La madre, Giulitta, davanti a quello straziante e raccapricciante spettacolo, non fece che ringraziare il Signore per aver preso l'anima del figlio nella gloria del Paradiso. Poi anch'essa, inutilmente appesa, scorticata, coperta di pece bollente, fu condannata alla decapitazione e il suo corpo fu gettato fuori città con quello del suo figliolo. L'indomani le due ancelle, rilevarono i due corpi durante la notte e li seppellirono.
Quando, con l'impero di Costantino, giunse anche per i Cristiani la pace e la sicurezza, una delle ancelle, che era sopravissuta, poté indicare ai fedeli di Tarso il luogo dove erano state raccolte le spoglie del piccolo Quirico e di Giulitta ed ebbe così inizio, con l'affermarsi della popolarità della loro storia, la tenera devozione per i due Santi Martiri.

E’ iniziata quindi la visita al Museo Tipologico Internazionale del Presepio. Nacque nel 1967 grazie all’allora Presidente e fondatore dell’Associazione Angelo Stefanucci, che donò gran parte della sua raccolta di presepi di tutto il mondo; intorno a quel primo nucleo di opere, col tempo si sono raccolte centinaia di presepi, alcuni acquistati e altri donati dagli autori, da privati o da istituzioni pubbliche e private.
Insediatosi ad un livello sottostante la chiesa, oggi all’ingresso del Museo è visibile la piccola abside affrescata della originaria Chiesa protocristiana (VI-VII sec).
Il Museo raccoglie presepi, anche scenografici, e figure di notevole pregio storico e artistico: più di 3.000 pezzi, provenienti da tutte le regioni italiane e da decine di nazioni, offrono una panoramica ampia ed esaustiva sulle varie interpretazioni ed ambientazioni della Natività, oltre ad una esemplificazione dei materiali che possono essere utilizzati.
Sono esposti presepi rappresentativi delle migliori firme del settore, in cartapesta leccese, terracotta siciliana, legno, ceramica, vetro, madreperla, pietra, carbone, panno, marzapane, uova, foglie di mais ecc., oltre ad alcune statue napoletane dei secoli XVIII e XIX. Tra i pezzi più antichi, un presepio costruito con piccole conchiglie (Sicilia – Sec. XVII), un S. Bambino in avorio (Sec. XVII), una serie di statue di scuola bolognese (Sec. XVIII). Tra i presepi scenografici, da citare, oltre ad un grande presepio in stile settecentesco napoletano, diverse opere della scuola catalana del gesso, nonché dei più noti “Maestri” del presepio italiani e stranieri.
Annesse al Museo, sono consultabili a richiesta una ampia biblioteca a tema presepistico e una raccolta di videocassette e DVD su mostre, corsi di tecnica, storia del presepio. Nei locali del Museo vengono organizzate conferenze sul presepio e, ogni anno nel mese di ottobre, corsi di Tecnica Presepistica, tenuti da qualificati maestri.

La domenica di febbraio, assolata ancorché fredda, ha favorito la presenza di un consistente numero di soci del club, con le loro signore, ed amici del L.C. Roma Capitolium, che hanno colto l’occasione per ammirare una delle tante perle che la Capitale nasconde nel suo grembo. (D. Manzaro)

 

Navata della Chiesa SS Quirico e Giulitta

 

Presepe in stile settecento napoletano

 

Presepio coreano

 

Presepio Siciliano in conchiglie

 

Natività Perù

 

Natività Spagna

 

Natività

 

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