VISITA A VILLA FARNESINA
domenica 8 marzo 2015

In una assolata domenica di marzo, preludio di primavera, un nutrito gruppo di nostri soci e amici e soci dei Club Amicizia e Nomentanum ha visitato la meravigliosa Villa Farnesina in Roma - via della Lungara, rione Trastevere.
        Sorta come dimora del banchiere senese Agostino Chigi, grande mecenate e personaggio di spicco nella Roma di inizio Cinquecento, la Villa è uno degli edifici più rappresentativi dell'architettura rinascimentale del primo Cinquecento a Roma.
        Agostino Chigi, che aveva accumulato una grande fortuna sia con la sua attività di banchiere che dalla vendita dell‘allume estratto dalle cave della Tolfa di sua proprietà, la volle maestosa e sontuosa vicino al Palazzo dei Riario, nobile famiglia romana, allo scopo di ostentare la sua opulenza alla nobiltà, che lo teneva in disparte considerandolo un parvenu.
        Il Palazzo Riario (1511-1518) fu acquistato nel 1736 dai Corsini e inglobato nel Palazzo Corsini, dove soggiornò Michelangelo giovanissimo e dove, nel 1659, si insediò la Regina Cristina di Svezia rimasta lì per circa trent’anni; sono ancor oggi visibili le volte della cosiddetta “Alcova della Regina Cristina”, appellativo dato ad una stanza che la regina destinò a sua camera da letto.
        Il progetto e la costruzione di Villa Farnesina, dedicata alla sua amata Francesca Ordeaschi, fu affidata da Agostino Chigi al giovane Baldassarre Peruzzi; i lavori ebbero inizio nel 1506 e, sebbene conclusi nel 1512, si protrassero fino al 1520. A partire dal 1511, completate le murature, il Chigi, che godeva della protezione di papa Giulio II prima, e Leone X poi, chiamò per le decorazioni, i migliori artisti del tempo per eseguire, negli spazi interni, cicli di affreschi con caratteri innovativi secondo un programma iconografico interamente improntato alla classicità; artisti come lo stesso Peruzzi, Sebastiano del Piombo, Raffaello Sanzio e la sua scuola (compreso Giulio Romano) e Il Sodoma.
        Fu il prototipo della villa nobiliare suburbana romana, all'epoca era detta semplicemente Villa Chigi e la sua realizzazione ebbe notevole risonanza. Con la morte del Chigi, nel 1520, la villa decadde e venne depauperata degli arredi e delle opere d'arte.
        Nel 1580 fu acquistata dal cardinale Alessandro Farnese e prese il nome di Villa Farnesina, perché di fronte al Palazzo Farnese, situato sull’altra sponda del Tevere. A tale periodo risale un progetto, non realizzato, per collegare, con un ponte sul Tevere, Palazzo Farnese con la Villa.
        Nel 1714 la Villa passò di proprietà ai Borbone di Napoli che nel 1864 vi insediarono il loro ambasciatore e promossero una serie di pesanti restauri. L’apertura del Lungotevere nel 1884 comportò la distruzione di una parte dei giardini e della loggia sul fiume, forse disegnata da Raffaello.
        L'edificio, su due piani, ha una innovativa, per allora, pianta a ferro di cavallo, che si apre verso il giardino con due ali tra cui è posta una loggia situata al piano terreno composta da cinque archi, attualmente chiusi da vetrate protettive; la soluzione, pur necessaria per la salvaguardia degli affreschi, ha alterato la percezione dello stretto legame tra la villa e il giardino all'italiana, che nel tempo ha subito diverse modifiche. L'aspetto originario dell'edificio presentava anche all'esterno ampie superfici con affreschi dei quali oggi rimangono solo piccole tracce non leggibili
        La loggia serviva da palcoscenico per le feste e le rappresentazioni teatrali organizzate dal proprietario. Il grande sfarzo dei banchetti di Agostino Chigi è rimasto proverbiale: nel 1518, dopo un banchetto, giunse a far gettare tutte le stoviglie e le posate d’oro nel Tevere, ma astutamente le fece recuperare dai suoi servitori grazie a delle reti appositamente posizionate nel fiume.
        Al pian terreno, un atrio porta alla Loggia di Psiche, dove è dipinto il ciclo con le Storie di Amore e Psiche, gli affreschi vennero sicuramente disegnati da Raffaello, ma la stesura spetta alla sua scuola; le scene sono inserite in un intreccio di festoni vegetali, opera di Giovanni da Udine, nei quali sono riconoscibili circa duecento specie botaniche, soprattutto domestiche, tra cui anche numerose piante importate dalle Americhe, scoperte solo pochi anni prima.
        Segue a destra la Sala del Fregio, le cui pareti, alle quali erano forse appesi arazzi, vennero affrescate nella fascia superiore da Baldassarre Peruzzi con piccole scene mitologiche raffiguranti le Imprese di Ercole.
        Contigua a sinistra della loggia è la Sala di Galatea, un tempo con archi aperti sul giardino, con l'affresco di Raffaello “il Trionfo di Galatea”, la ninfa è rappresentata su un cocchio tirato da delfini tra un festoso seguito di creature marine. Nelle lunette e nella volta sono riprodotti personaggi e scene mitologiche; al centro della volta, in un ottagono regolare, compare lo stemma del committente, sei sacchi d’oro, gloria terrena del banchiere.
        Al piano superiore si trova la Sala delle Prospettive, dipinta dal Peruzzi e i suoi aiuti come fosse una loggia; qui Agostino Chigi tenne il suo banchetto nuziale nel 1519. Ai lati della sala il Peruzzi dipinse due finte logge con colonne e archi affacciate su vedute di Roma, tra cui una vista di Trastevere e una agreste; sopra il camino la Fucina di Vulcano. Nella Sala delle Prospettive è facile individuare sulle pareti incisioni e graffiti vandalici risalenti al sacco di Roma del 1527 compiuti da lanzichenecchi che bivaccarono nella villa.
        L'attigua Camera da Letto, usata dal Chigi e dalla sua consorte, venne decorata da affreschi del Sodoma (1517), con scene della vita di Alessandro Magno e l’affresco particolarmente noto delle Nozze di Alessandro e Rossane.
        Villa Farnesina dal 1927 appartiene allo Stato italiano, che l'ha fatta restaurare (1929- 1942) per destinarla a più riprese dal 1969 al 1983 all'Accademia d'Italia. Oggi è utilizzata dall'Accademia dei Lincei come sede di rappresentanza e ospita, al primo piano, il Gabinetto nazionale delle stampe. Di fronte, dall’altra parte di via della Lungara, il Palazzo Corsini è sede dell’Accademia dei Lincei.
        Al termine della visita, condotta da una guida competente, in un ambiante della villa opportunamente attrezzato come sala conferenze, un trio di validissimi elementi, una soprano, un musicista alle corde e un altro a fiati e percussioni, ha eseguito ballate, musica d’ascolto ed esercizi musicali del Cinquecento con strumenti dell’epoca efficacemente presentati e descritti: flauti (dritto e traverso), percussioni, liuto e chitarra spagnola.

La giornata primaverile che ha accompagnato la visita ha fatto da cornice al clima di amicizia, distensione e soddisfazione stabilitosi tra i partecipanti che, ancora una volta, hanno apprezzato e ringraziato il Presidente Francesco Lomonaco e l’amico Giuseppe Pastena, Cerimoniere del Club, per l’oggetto dell’iniziativa e per la sua efficiente organizzazione. (D. Manzaro)

 

Villa Farnesina

 

Peruzzi - La sala delle Prospettive

 

Sodoma - Nozze di Alessandro e Rossane

 

Raffaello - Il Trionfo di Galatea

 

Villa Farnesina

 

Villa Farnesina

 

 

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