Erano circa le dieci del mattino di Sabato 10 novembre, quando un nutrito
gruppo di Soci del Lions Club di Roma Aurelium, rinforzato da alcuni graditissimi
ospiti, al seguito di una preparatissima guida varcava la soglia dell’ipogeo
posto nelle vicinanze di Sutri, antichissima cittadina estrusca, entrata definitivamente
nell’orbita romana fin dal 380 a.C..
Ritenuto da alcuni una tomba, un mitreo da altri, l’ambiente, denso
di suggestivi resti di una presenza umana che lo ha frequentato per molti
secoli, sia come luogo di culto, sia come cimitero e, infine come rifugio
dai pellegrini che si recavano a Roma lungo la strada francigena, reca i segni
di antichi affreschi, da quello ancora visibile nel vestibolo a quelli disposti
lungo le tre navate dell’ipogeo, fino ad arrivare a quello che sovrasta
l’altare posto in fondo e che, con la scena della Natività, dà
il nome al sacello e cioè “Madonna del Parto”.
Tornati all’aperto con ancora nel cuore l’emozione che sempre
suscitano i luoghi di così antica vita vissuta , i gitanti sono stati
guidati alla visita dell’anfiteatro, uno dei più suggestivi monumenti
antichi del Lazio, sicuramente etrusco ma di incerta datazione circa la sua
costruzione e che ricorda molto quelli di Capua e di Siracusa. Completamente
scavato nel tufo, reca ancora le tracce di timpani, nicchie e colonnine, appartenenti
a tombe rupestri di età romana.
Dopo il pranzo a base di cucina locale, consumato a Capranica presso un ristorante
dall’insegna un po’ preoccupante ( “Zi Titta”: discendente
del famoso Mastro Titta, l’ultimo boia dello stato pontificio?), i gitanti,
sulla via del ritorno, hanno visitato un centro di giardinaggio ed enoteca,
aperto a tutti per una degustazione di vini.....e molto altro ancora! (Enzo
Maggi)