In ricordo di Ferdinando Antoniotti
- 11 aprile 2011 -

Qualche tempo fa, il Presidente del nostro lions club Aurelium avv. Ricciardi mi chiese di inviargli alcune considerazioni sulla prima serata dedicata al tema che il club avrebbe affrontato nel corso della sua annata e cioè l’etica, riferita alle varie attività e discipline. Nel procedere della ricerca di qualche spunto e notizia che avrebbero potuto agevolarmi nell’evitare di incorrere in qualche imperdonabile inesattezza, mi sono imbattuto in un intervento pubblicato a pag. 251 del sesto volume dell’enciclopedia di Repubblica a firma di Ferdinando Antoniotti.
In una intera colonna veniva affrontato il tema della deontologia medica e, nel rileggerlo con giustificata maggiore attenzione dopo averne scoperto l’Autore, ho avuto netta la visione della figura di Ferdinando, quando ci incontravamo alle riunioni dell’Aurelium e prendeva la parola per partecipare ai lavori o, addirittura, per esserne il protagonista: chiaro, lineare, asciutto, essenziale, documentato, senza nulla concedere all’effetto oratorio e con quel modo di porgere, da me invidiato, che sembra essere proprio di quella classe medica professionalmente elevata e che può anche stupire, se si pensa che normalmente un medico, più che parlare, agisce.
Sicuramente il lavoro nel quale mi ero imbattuto non era il solo di cui Ferdinando Antoniotti era stato autore e la sua produzione in materia di medicina legale e delle assicurazioni era ed è sconosciuta unicamente a me che ho frequentato altri ambienti professionali. Ma quanto avevo letto era stato più che sufficiente per ricordare che se il lionismo italiano aveva rivolto le sue attenzioni ad una personalità come Antoniotti non poteva essere altrimenti ed era un giusto e ovvio riconoscimento della sua vocazione al servizio. Dopo una sua militanza nel Lions club Roma Host, del quale fu Presidente nel 1974 e che lo vide Governatore Distrettuale nel 1980, il club Aurelium lo accolse nelle sue fila nel 1985 e ne fu Presidente nel 1990. E all’Aurelium ha avuto modo di offrire la sua collaborazione, fatta di esperienza professionale e lionistica, ispirata alla sua innata dedizione alla causa del volontariato internazionale. E fatta anche di orgoglio di appartenenza al suo nuovo Lions club, che lo muoveva ad assumere atteggiamenti quasi da tifoso come accadde quando, ad una celebrazione di un anniversario della Charter Night del club, al termine di un mio intervento che aveva visto coinvolti, in uno spericolato percorso dialettico, sia S. Agostino che Oscar Wilde, commentò così: “Bravo! Hai fatto vedere quanto noi dell’Aurelium valiamo!” Tornando a quanto in precedenza accennato in merito all’ambiente professionale di Antoniotti, al quale sono affatto estraneo, ritengo però doveroso ricordare le alte benemerenze nazionali ed internazionali da lui ottenute, quale scienziato in un campo tanto difficile e controverso, cui ha fornito contributi universalmente riconosciuti. E inoltre, per meglio comprendere le motivazioni che albergavano nell’animo del nostro Ferdinando, mi è caro ricordare quanto ebbe a riferirmi un comune amico, che lo affiancò per molti anni, a quali molteplici impegni lui, che sembrava essere un uomo freddo e impegnato soltanto nelle sue attività professionali, si era dedicato a favore della elevazione della dignità umana, individuale e, di conseguenza, collettiva, trasferendo nella vita quotidiana, con il proprio comportamento, atteggiamenti che fossero di esempio e di imitazione.
Mi sia consentito chiudere questo mio breve ma sinceramente sentito ricordo del lion Ferdinando Antoniotti leggendo i pochi versi di una poesia di Mario Luzi, intitolata “Senior” e da me rivolta ai miei coetanei e a quanti ancora non lo sono. Questo per sottolineare l’impegno civico e professionale dell’amico che oggi con affetto salutiamo per l’ultima volta.

“Ai vecchi
tutto è troppo.
Una lacrima nella fenditura
della roccia può vincere
la sete quando è così scarsa. Fine
o vigilia della fine chiedono
poco, parlano basso.
Ma noi, nel pieno dell’età,
nella fornace dei tempi, noi? Pensaci.”

Vi ringrazio. (Enzo Maggi)

La visita del Governatore al Club, specie per i suoi soci più giovani, come ero io, entrato a far parte dell’Aurelium nel 1978, e, specie allora, era attesa con ansia e trepidazione per l’andamento della serata e con interesse per conoscere il pensiero e le azioni proposte dal massimo rappresentante del lionismo del Distretto, per cui, nel lontano novembre 1980 attendevamo all’Aurelium, presieduto impeccabilmente in quella annualità dal colonnello dei Granatieri Vito Giannuzzi, Ferdinando Antoniotti, il professore Antoniotti - allora socio del Roma Host - di cui era nota la fama di scienziato, anche per chi, come me, non apparteneva al mondo della medicina.
Il Governatore Antoniotti non deluse le attese. Ricordo la sua signorilità unita all’affabilità che ci mise tutti subito a nostro agio, il discorso di alto profilo etico, e una novità che apprezzai molto e di cui però negli anni si è persa traccia: la preghiera del Lions.
Divenuto Presidente del Club nel 1982, ebbi il piacere e l’onore di averlo, prestigioso Past Governatore il 19 novembre di quell’anno in una serata del nostro Club, verso il quale aveva sempre dimostrato particolare stima e simpatia - e di cui divenne socio nel 1985 - dedicata alla “Repubblica di Cina in Taiwan” presente l’Ambasciatore cinese presso la Santa Sede Chow Shukai. Il prof. Antoniotti fu molto interessato alle problematiche emerse dalla relazione tenuta dall’onorevole Falconio ed allo stato della sanità e delle strutture ospedaliere in Taiwan complimentandosi con l’oratore.
Questi sono due dei tanti ricordi che ho di Ferdinando. (Domenico Giglio)

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