Qualche tempo fa, il Presidente del nostro lions club Aurelium
avv. Ricciardi mi chiese di inviargli alcune considerazioni sulla prima serata
dedicata al tema che il club avrebbe affrontato nel corso della sua annata
e cioè l’etica, riferita alle varie attività e discipline.
Nel procedere della ricerca di qualche spunto e notizia che avrebbero potuto
agevolarmi nell’evitare di incorrere in qualche imperdonabile inesattezza,
mi sono imbattuto in un intervento pubblicato a pag. 251 del sesto volume
dell’enciclopedia di Repubblica a firma di Ferdinando Antoniotti.
In una intera colonna veniva affrontato il tema della deontologia medica e,
nel rileggerlo con giustificata maggiore attenzione dopo averne scoperto l’Autore,
ho avuto netta la visione della figura di Ferdinando, quando ci incontravamo
alle riunioni dell’Aurelium e prendeva la parola per partecipare ai
lavori o, addirittura, per esserne il protagonista: chiaro, lineare, asciutto,
essenziale, documentato, senza nulla concedere all’effetto oratorio
e con quel modo di porgere, da me invidiato, che sembra essere proprio di
quella classe medica professionalmente elevata e che può anche stupire,
se si pensa che normalmente un medico, più che parlare, agisce.
Sicuramente il lavoro nel quale mi ero imbattuto non era il solo di cui Ferdinando
Antoniotti era stato autore e la sua produzione in materia di medicina legale
e delle assicurazioni era ed è sconosciuta unicamente a me che ho frequentato
altri ambienti professionali. Ma quanto avevo letto era stato più che
sufficiente per ricordare che se il lionismo italiano aveva rivolto le sue
attenzioni ad una personalità come Antoniotti non poteva essere altrimenti
ed era un giusto e ovvio riconoscimento della sua vocazione al servizio. Dopo
una sua militanza nel Lions club Roma Host, del quale fu Presidente nel 1974
e che lo vide Governatore Distrettuale nel 1980, il club Aurelium lo accolse
nelle sue fila nel 1985 e ne fu Presidente nel 1990. E all’Aurelium
ha avuto modo di offrire la sua collaborazione, fatta di esperienza professionale
e lionistica, ispirata alla sua innata dedizione alla causa del volontariato
internazionale. E fatta anche di orgoglio di appartenenza al suo nuovo Lions
club, che lo muoveva ad assumere atteggiamenti quasi da tifoso come accadde
quando, ad una celebrazione di un anniversario della Charter Night del club,
al termine di un mio intervento che aveva visto coinvolti, in uno spericolato
percorso dialettico, sia S. Agostino che Oscar Wilde, commentò così:
“Bravo! Hai fatto vedere quanto noi dell’Aurelium valiamo!”
Tornando a quanto in precedenza accennato in merito all’ambiente professionale
di Antoniotti, al quale sono affatto estraneo, ritengo però doveroso
ricordare le alte benemerenze nazionali ed internazionali da lui ottenute,
quale scienziato in un campo tanto difficile e controverso, cui ha fornito
contributi universalmente riconosciuti. E inoltre, per meglio comprendere
le motivazioni che albergavano nell’animo del nostro Ferdinando, mi
è caro ricordare quanto ebbe a riferirmi un comune amico, che lo affiancò
per molti anni, a quali molteplici impegni lui, che sembrava essere un uomo
freddo e impegnato soltanto nelle sue attività professionali, si era
dedicato a favore della elevazione della dignità umana, individuale
e, di conseguenza, collettiva, trasferendo nella vita quotidiana, con il proprio
comportamento, atteggiamenti che fossero di esempio e di imitazione.
Mi sia consentito chiudere questo mio breve ma sinceramente sentito ricordo
del lion Ferdinando Antoniotti leggendo i pochi versi di una poesia di Mario
Luzi, intitolata “Senior” e da me rivolta ai miei coetanei e a
quanti ancora non lo sono. Questo per sottolineare l’impegno civico
e professionale dell’amico che oggi con affetto salutiamo per l’ultima
volta.
“Ai vecchi
tutto è troppo.
Una lacrima nella fenditura
della roccia può vincere
la sete quando è così scarsa. Fine
o vigilia della fine chiedono
poco, parlano basso.
Ma noi, nel pieno dell’età,
nella fornace dei tempi, noi? Pensaci.”
Vi ringrazio. (Enzo Maggi)
La visita del Governatore al Club, specie per i suoi soci
più giovani, come ero io, entrato a far parte dell’Aurelium nel
1978, e, specie allora, era attesa con ansia e trepidazione per l’andamento
della serata e con interesse per conoscere il pensiero e le azioni proposte
dal massimo rappresentante del lionismo del Distretto, per cui, nel lontano
novembre 1980 attendevamo all’Aurelium, presieduto impeccabilmente in
quella annualità dal colonnello dei Granatieri Vito Giannuzzi, Ferdinando
Antoniotti, il professore Antoniotti - allora socio del Roma Host - di cui
era nota la fama di scienziato, anche per chi, come me, non apparteneva al
mondo della medicina.
Il Governatore Antoniotti non deluse le attese. Ricordo la sua signorilità
unita all’affabilità che ci mise tutti subito a nostro agio,
il discorso di alto profilo etico, e una novità che apprezzai molto
e di cui però negli anni si è persa traccia: la preghiera del
Lions.
Divenuto Presidente del Club nel 1982, ebbi il piacere e l’onore di
averlo, prestigioso Past Governatore il 19 novembre di quell’anno in
una serata del nostro Club, verso il quale aveva sempre dimostrato particolare
stima e simpatia - e di cui divenne socio nel 1985 - dedicata alla “Repubblica
di Cina in Taiwan” presente l’Ambasciatore cinese presso la Santa
Sede Chow Shukai. Il prof. Antoniotti fu molto interessato alle problematiche
emerse dalla relazione tenuta dall’onorevole Falconio ed allo stato
della sanità e delle strutture ospedaliere in Taiwan complimentandosi
con l’oratore.
Questi sono due dei tanti ricordi che ho di Ferdinando. (Domenico
Giglio)