Alcune volte ci si potrebbe porre una domanda: è la fantasia che
stimola la scienza ad osare verso confini sempre più estremi, oppure
è la scienza che offre alla fantasia spunti per meravigliare l’uomo
spettatore?
Confesso che venerdì 11 maggio u.s., mentre il Prof. Francesco Di
Matteo intratteneva soci e amici del Club Aurelium su di un argomento intrigante
del quale dirò in seguito, più di una volta mi sono distratto
proprio per pormi questa domanda. E della mia distrazione chiedo scusa al
dotto oratore. Però non potevo evitare che il mio cervello, appunto
perché sollecitato dalle parole e dalle immagini che gli venivano
offerte, andasse a frugare in quel cassettino dove sono accantonati ricordi
recenti e passati (così sembra che accada, stando a quanto ci dice
Franco Fabbro nel suo recente libro “Neuropsicologia dell’esperienza
religiosa”) e cercare di trovare quello che si riferisse all’argomento
della serata.
Il Prof. Di Matteo, responsabile dell’Area di Endoscopia digestiva
della “Università Campus Bio-Medico di Roma”, stava illustrando
“Le nuove frontiere dello screening nelle patologie dell’apparato
digerente”, accompagnando il suo dire con diapositive proiettate
su un grande schermo, con immagini che in alcuni casi, ad uno sprovveduto
come il sottoscritto, sembravano identiche ad uno di quei fiori marini ancorati
a vita ad uno scoglio, in attesa di un ignaro pesciolino che si avvicinasse
troppo: sarebbe scattata una specie di ventosa formata da molte grandi labbra
mobili e addio pesciolino! Però quanto veniva offerto all’attenzione
dei presenti non era la foto di un fiore carnivoro degli abissi marini,
bensì un pezzetto dello stomaco di ognuno di noi, ripreso dal di
dentro e proiettato verso l’esterno da una diabolica capsula, non
molto dissimile da una di quelle che di tanto in tanto, proprio su prescrizione
medica, ci capita di ingerire per contrastare dolori, nausee, capogiri e
via così continuando.
L’operazione descritta ha un nome: RCSC virtuale, acronimo di Recto
Sigma Colon Scopia virtuale e viene eseguita da una telecamera miniaturizzata
che, una volta ingerita dal paziente, compie tutto il percorso dalla bocca
alla naturale fisiologica uscita (intelligenti pauca!), trasmettendo verso
l’esterno quanto va man mano osservando e consentendo, quindi, al
medico di scoprire e valutare eventuali patologie. E’ stata la visione
di questo viaggio all’interno del nostro corpo che mi ha permesso
di ritrovare, tra le scartoffie di quel cassettino di cui parlavo prima,
il ricordo di un vecchio film degli anni sessanta, dove si narrava di un
sommergibile interamente miniaturizzato, equipaggio compreso, il quale veniva
iniettato all’interno del corpo di un malato per praticare un intervento
chirurgico impossibile dall’esterno. Una ricerca, effettuata con i
potenti mezzi di internet, mi ha consentito di riscoprire il titolo del
film, “Viaggio allucinante”, appunto, di Richard Fleischer,
e di confortarmi circa il ricordo intuito e riesumato. Anche il noto Piero
Angela, nella sua trasmissione “Quark”, ha affrontato in seguito
l’argomento, ma con un taglio decisamente più scientifico e
meno fantastico. E invece lo scrivente, affatto digiuno in materia endoscopica
di qualsivoglia tipo, lascia volentieri (si fa per dire!) agli esperti operatori
sanitari la parte più scientifica, riservando alla sua fantasia le
visioni meravigliose di un interno di una macchina in movimento, che stimolano
somiglianze e paragoni non altrimenti realizzabili; ma nel contempo il viaggio
offre aspetti sconvolgenti, quasi inverosimili se rapportati alla visione
che del nostro corpo abbiamo dall’esterno.
E tornando alla domanda con la quale viene aperto questo resoconto, sembra
che la risposta possa essere questa: non esiste il dilemma, la fantasia
e la scienza, a mio parere, sono complementari, specialmente se per fantasia
s’intende una immaginazione mai statica, ma sempre curiosa, così
come sempre curiosa e densa di interrogativi è la scienza, mai sazia
di nuove scoperte e, quindi, di nuove conoscenze. Nel momento in cui la
fantasia e la scienza dovessero sentirsi appagate, l’umanità
avrà scritto la parola fine.
Al termine della sua affascinante esposizione, seguita con il massimo interesse
e della quale siamo sinceramente grati, il Prof. Di Matteo ha fatto girare
fra l’uditorio un bicchiere, sul cui fondo erano adagiate tre o quattro
preziosissime capsule già in uso, in pratica telecamere miniaturizzate,
e ha invitato tutti ad osservarle e, volendo, anche a prenderle delicatamente
tra le dita. Qualcuno dei presenti ha trepidamente raccolto l’esortazione;
però quasi tutti, una volta con il bicchiere tra le mani, si sono
limitati ad avvicinare furtivamente il naso all’orlo, temendo forse
di percepire qualche residuo effluvio non del tutto svaporato. (Enzo Maggi)
Una stupenda giornata di sole, che soltanto la Sardegna può offrire,
salutava ad Alghero l’elezione del nostro socio Umberto Manucci a
Governatore del Distretto 108L. Era il maggio dell’ormai lontano 1986
e un nutrito drappello di soci dell’Aurelium era arrivato da Roma,
guidato dal primo Vice Presidente Francesco Troja e ben intenzionato ad
appoggiare con tenacia la candidatura di Umberto alla guida di un distretto
che comprendeva allora anche la Toscana e, quindi, assai più vasto
e pesante da guidare di quello attuale. Al termine di un confronto duro
ma leale, il nostro Umberto ebbe la meglio sul candidato concorrente, il
conte Vito Giocoli Damiani di Vergada, un avvocato di grido, socio del Lions
Club Roma Host, il primo Lions Club di Roma e, allora, il più numeroso
e prestigioso della capitale.
Grande fu la gioia di tutto l’Aurelium che per la prima volta si preparava
a vivere un anno sociale avendo come punto di riferimento della sua attività
la massima carica distrettuale. E il sottoscritto ebbe il privilegio, al
Passaggio della Campana del 1987, di ricevere il simbolo della Presidenza
del Club dalle mani del Governatore Manucci.
Oggi, dopo ventisei anni, il 53° Congresso di Tivoli consacra Governatore
distrettuale il nostro socio Mario Paolini.
Il Club Roma Aurelium torna a gioire e ad inorgoglirsi per l’unanimità
dei consensi che hanno accompagnato l’elezione di un suo Socio, conosciuto
e stimato dall’intero Distretto, cui ha dedicato ampia parte della
sua attività, circondato dall’affetto di tutti i soci dell’Aurelium
fin dal suo ingresso avvenuto nel 2002, proveniente dal Lions Club Roma
Ciampino.
Verrà il momento in cui il nostro Mario Paolini, in cravatta nera
e accompagnato dai suoi più stretti collaboratori, sarà ricevuto
in pompa magna dal nostro club per la rituale visita del Governatore. Ma
la sera dell’11 maggio u.s., dopo una conferenza su di un argomento
molto introspettivo e al termine di una conviviale rapida e soddisfacente,
il club lo ha voluto festeggiare e augurargli “buon lavoro”
così, semplicemente, senza inutili orpelli, come ci si comporta con
una persona di famiglia che sta uscendo di casa per andare a lavorare, sicuro
che tra qualche ora ci si rivedrà e, intorno al desco, ognuno avrà
qualcosa da raccontare. E su questo accordo di tonica minore si sono svolti
sia l’indirizzo di saluto del Presidente Testi che il ringraziamento
dell’amico Governatore Paolini, scevri da impennate retoriche che
mal si sarebbero conciliate con il clima di serena amicizia che regnava
sovrano fra i presenti, riservandole per altre circostanze dove l’apparire
è di casa e quindi obbligatorio. Certamente non sono mancati momenti
di commozione quando il neo Governatore ha voluto ringraziare gli amici
del club che fin dal primo momento hanno creduto in lui fin dalla nascita
del progetto, nel 2009. Chi scrive ricorda di essere stato uno dei primi
a venirne a conoscenza, nel maggio del 2009, proprio dall’amico Mario,
quando venne a fargli visita all’ospedale dove era ricoverato per
una riabilitazione.
E Paolini ha voluto in qualche modo dare atto dell’appoggio ricevuto,
scegliendo i suoi più stretti collaboratori tra i soci dell’Aurelium,
presentandoli ufficialmente e cioè Francesco Lomonaco come Segretario,
Enrico Chiricotto come Tesoriere e Giorgio Dori come Cerimoniere. Altri
soci del Club, con incarichi minori ma ugualmente importanti, saranno al
suo fianco.
“Tempus ruit!” Questo avranno pensato i soci del club che, chiamati
in sequenza dal Presidente Testi, si sono presentati per ricevere dalle
sue mani la chevron che attestava gli anni di appartenenza al club, non
tanto Giorgio Cassano (dieci anni), quanto Francesco Lomonaco (venti anni)
e Filippo Lucibelli (venticinque anni), ma specialmente Ernesto Liccardi
Medici e Paolo Testi (ben trent’anni!). Approfittando della sua posizione,
intesa come posto in cui si trovava, il nostro Presidente per ricevere la
chevron ha potuto evitare la passerella e si è trincerato dietro
il podio. Ne uscirà fra cinque anni? (Enzo Maggi)
Il dr. Di Matteo durante la conferenza
Il Presidente Testi con il prossimo Governatore
Il gen. Mario Paolini, prossimo Governatore
Il gen. Mario Paolini con il dr. Lomonaco e il cav. Chiricotto
La premiazione del dr. Di Matteo
Il gen. Mario Paolini con il dr. Lucibelli, Chevron 25 anni