Gli incontri conviviali del nostro Club sono iniziati il 23 ottobre con una
serata dedicata alla Bulgaria, degnamente rappresentata da S.E. l’Ambasciatore
presso la Repubblica Italiana Atanas Mladenov, accompagnato dalla gentile consorte.
Gli interventi del Presidente Mele e del diplomatico, signorilmente presentati
dal cerimoniere Dori, sono stati preceduti dall’esecuzione al piano di
alcuni brani musicali di Mozart, Scarlatti e Chopin, magistralmente eseguiti
dal pianista bulgaro maestro Alexander Hintchev. Il Presidente Mele, aprendo
ufficialmente l’annata conviviale dell’Aurelium, ha inteso sottolineare
come l’incontro della serata perfettamente si inquadrava nelle finalità
della nostra associazione, che ha fatto dell’amicizia tra i singoli, e
in quella tra i popoli che ne deriva come logico corollario, lo scopo principale
che ne motiva l’esistenza. Anche se le vicende storiche, vicine e lontane
nel tempo, non sempre hanno agevolato i rapporti tra i due Paesi, oggi possiamo
prendere atto con soddisfazione che, avendo essi trovato nell’Europa una
casa comune, il futuro apre nuove e proficue prospettive di collaborazione.
L’Ambasciatore Mladenov, nel suo intervento, ha posto l’accento
sul contributo italiano all’ingresso in Europa della Bulgaria, con la
quale l’Italia intrattiene rapporti sia diplomatici che economici da almeno
130 anni. In campo economico, l’Italia è attualmente tra i primi
tre partners del Paese balcanico. L’oratore è poi passato ad illustrare
i vari aspetti del Paese che rappresenta e, attraverso una dettagliata dissertazione,
ne ha affrontato i vari aspetti, da quello storico a quello economico, da quello
politico a quello culturale, non omettendo di ricordare che il popolamento della
Bulgaria è avvenuto storicamente attraverso una serie di conflitti e
migrazioni di massa e che, quindi, oggi sia abitata da oltre l’85% da
bulgari, slavi di probabile stirpe mongola, e da una discreta colonia turca
e di altre etnie.
Uno spazio non breve l’oratore, richiamando un concetto espresso dal nostro
Presidente nel saluto introduttivo, ha dedicato al nostro Club, quando ha voluto
sottolineare l’atmosfera di cordialità ed amicizia che ha accolto
lui e le altre persone al suo seguito e che ha sentito aleggiare per l’intera
serata tra tutti i presenti: segno, questo, che il consesso che lo vedeva ospite
poteva vantare un grande tesoro, e cioè l’amicizia lionistica che
potrebbe anche far ben sperare in un seguito sul piano della collaborazione
tra le due comunità.
Le parole del diplomatico, seguite con grande interesse da tutti presenti, hanno
preceduto la proiezione di un DVD che illustrava i vari aspetti della sua nazione,
ambientali, architettonici, culturali, religiosi e della vita quotidiana; dischetto
che è stato poi lasciato in omaggio a tutti i presenti e sul quale mi
soffermerò in seguito.
Dopo la cena e prima della chiusura della serata, affidata al Presidente di
circoscrizione avv.Vecchione, il maestro Hintchev ha eseguito, applauditissimo,
brani di Chopin, Ravel, Prokofief e Gershwin. Il tradizionale tocco della Campana
ha posto fine ad un incontro conviviale intenso e che ha suscitato ampio e unanime
consenso.
Prima di accingermi a scrivere la cronaca della serata conviviale, ho voluto
guardare con più attenzione il DVD lasciatoci in omaggio dall’ambasciatore
Mladenov e, una volta terminata la proiezione, avrei voluto avere la possibilità
di poterlo ringraziare ancora una volta e con maggior calore, perché
le immagini che scorrevano davanti ai miei occhi suscitavano in me forti sensazioni
legate a ricordi di tempi che, almeno per quanto mi riguarda, mi parlavano di
luoghi, di persone, di oggetti e sui quali la patina del tempo delittuosamente
si deposita, fino a nasconderli del tutto. Perché è ben vero che
le immagini illustravano un altro paese, un’altra civiltà, un altro
modo di vivere e di relazionarsi: ma come non trovare analogie tra le stradine
di paesini, talvolta coperti di neve, con quelle che possiamo ammirare nel nostro
Cadore; tra lo sguardo quasi allucinato del Cristo dipinto nella chiesa di San
Nicola a Dryanov e quello di altre immagini del Redentore esposte in molte chiese
italiane di origine alto medioevo; i motivi decorativi della chiesa della Natività
a Rila con le fasce bicolori del Duomo di Orvieto e di quello di Amalfi; gli
strepitosi fulgori dei colori del bosco in autunno, dal giallo canarino dei
castagni al rosso fiamma dei larici, che ci ricordano le colline toscane; i
piccoli laghi di montagna, così simili a quello di Braies nel nostro
Alto Adige, che sembrano brillanti lapislazzuli posati sul seno di una bella
donna; e infine Melnik le cui case sembrano dei bambini alle cui spalle si ergono
protettive, come affettuosi genitori, severe e ripide pareti montuose. E poi
i costumi ricchi di colori e di decori che le popolazioni, fedeli a secolari
tradizioni, ancora indossano in occasioni di festose ricorrenze. Proprio come
accade presso le nostre genti, dalla Sardegna alla Basilicata, dalla Sicilia
alla Val d’Aosta, con somiglianze che lasciano pensare che gli usi e le
tradizioni, ignorando barriere e confini politici e camminando affidati unicamente
al desiderio di uomini umili e operosi di allacciare relazioni ed amicizie,
hanno potuto percorrere migliaia di chilometri e lasciando dietro di sé
tracce indelebili.
E ben si intona a quanto appena affermato - e anche allo spirito con il quale
si è svolta la serata - la frase che leggo su uno dei depliant che sono
stati distribuiti fra i presenti alla conviviale: “Open doors to open
hearts” e che mi sembra di dover tradurre così: “Apri le
porte per aprire i cuori”. (Enzo Maggi)