Prima di esporre brevi considerazioni sul mio sentire e vivere il lionismo
nonché indicare, sia pure in linea di massima, il programma che sarà
meglio definito d’intesa con tutti, sento di dover esprimere la mia
ammirazione per la capacità organizzativa e la signorilità con
cui Raffaele, Margherita e lo staff che ha collaborato con loro, hanno realizzato
le attività del Club
Riflessioni personali
Nell’ottobre 1981 un amico mi telefonò per propormi di far parte
di un club Lion; accettai di buon grado, ma inconsapevole del dono che ricevevo.
Tale dono si è concretizzato nella possibilità di praticare
con il Club i principi della vocazione al servizio e della solidarietà
verso il prossimo che sono fondanti del credere lionistico
e che, come professionista, ho cercato di esprimere nell’attività
forense.
Con umiltà nei primi anni della mia partecipazione al club ho “servito”
come segretario, tesoriere, consigliere ma senza mai aspirare ad una carriera
lionistica. Di recente, non certo per miei meriti, sono stato sollecitato
con più insistenza ad assumere l’incarico di Presidente.
Pur se onorato, non ho mai accettato formalmente e di ciò fanno fede
i verbali delle assemblee degli ultimi anni in cui sono stati eletti i terzi
e secondi vice presidenti, assemblee alle quali non ho partecipato.
Cosa mi ha convinto?
L’affettuosa e calda amicizia manifestatami ultimamente
a casa di quel lion che circa trent’anni orsono mi invitò ad
entrare nel “prestigioso” club Aurelium.
Ho realizzato, in quell’occasione, che la disponibilità a collaborare
– anche con sacrificio personale - manifestata dagli amici che formeranno
lo staff, ha costituito genuina espressione di quello spirito di servizio
al quale non potevo sottrarmi, nonostante le mie ripetute riserve ed esitazioni.
La frequentazione più assidua con taluni soci ha trasformato quello
che poteva limitarsi ad un rapporto di conoscenza ed affiatamento, nell’ambito
di un club, quasi in un rapporto familiare: ecco la reciproca
partecipazione ad eventi più o meno lieti delle famiglie naturali,
ecco l’interesse comune ed il condiviso sentire per le finalità
dell’associazione, ecco il formarsi di quello che, con lessico corrente,
definiamo “zoccolo duro” del Club contraddistinto da empatia e
cordialità; sentimenti, questi, che si sono estesi anche nei confronti
dei soci di più recente acquisizione.
Il programma
All’inizio dell’anno lionistico i soci, attendono dal nuovo Presidente,
il “programma”, caratterialmente non sono un
pianificatore o programmatore a lungo termine.
E’ ovvio, in primo luogo, che dovremo curare la realizzazione dei temi
nazionali e distrettuali. In questo contesto sin
da ora esprimo una mia aspirazione che trae origine dalle esperienze professionali
e dalle considerazioni che possono trarsi dai fatti riportati quotidianamente
dai mass media.
Vorrei che, con una serie di conferenze, incontri anche meno formali o con
il contributo di brevi scritti dei soci, in un dibattito articolato per un
anno, si affronti il tema dell’etica in vari campi:
etica nei rapporti sociali, nella politica, nell’esercizio di funzioni
pubbliche, nelle attività imprenditoriali, nello sport.
Il tema è ambizioso e vasto ma merita attenzione e, nei limiti del
possibile, sollecita proposte da raccogliere e sottoporre agli organi distrettuali
e può ben inserirsi nel tema di studio nazionale “La proposta
dei Lions per l’educazione alla giustizia: etica, senso civico, deontologia,
legalità. La Costituzione della Repubblica Italiana: conoscerla ed
amarla.”
Lo scorrere ed il divenire della realtà socio- economica
richiedono quelle considerazioni e proposte che, come Lions, possiamo fare
e dare.
Personalmente ritengo che solo introducendo l’etica tra le materie di
studio sin dai primi anni dei percorsi scolastici si potranno formare generazioni
educate al rispetto di valori universali.
Per quanto concerne i services del Club, il Consiglio Direttivo
valuterà le proposte che saranno presentate e che saranno vagliate
alla luce di due criteri: pochi ma concreti services e, con
l’intesa dei Presidenti dei prossimi anni, da cui già ho avuto
adesione, realizzazione di un significativo service triennale che costituisca
testimonianza sul territorio e nel tempo della solidarietà del Club
Aurelium a favore dei non abbienti e dei bisognosi.
Il service triennale può costituire prova di collaborazione tra gli
officers che si susseguono e di razionalizzazione di attività.
Non saranno trascurate le consuete iniziative di natura culturale
e ricreative che non solo costituiscono una sentita tradizione del
Club, ma rappresentano concrete occasioni di meno formale conoscenza tra i
soci.
Di ciò si occuperà il Consiglio direttivo con l’apporto
di tutti i soci interessati.
Con la collaborazione di tutti e con l’aiuto del Signore Vi auguro ed
auguro a me stesso un buon anno lionistico, nella tradizione, attenti al presente,verso
il futuro.
Roma 25 giugno 2010