Roma, 28 marzo 2006
Caro Direttore,
la sera di sabato 25 marzo, durante l’intervallo della
partita Juventus - Roma, facendo un po’ di zapping, mi imbatto nella
trasmissione “Amore”, condotta dalla sempreverde Raffaella Carrà
e mi trovo sullo schermo alcune persone che, dietro ad un tavolo, rispondevano
a telefonate di telespettatori i quali offrivano somme di danaro (per il vero
molto basse!) da destinare, tramite l’intervento di un certo numero
di Associazioni ONLUS, a delle adozioni a distanza.
Puoi immaginare con quanta curiosità ho continuato a seguire il programma,
ignorando completamente da quel momento in poi la partita di calcio. Al cospetto
di una trasmissione televisiva che stava affrontando un tema a noi Lions molto
caro, al punto di averne fatto un service permanente a livello nazionale e
che da sempre rientra nei programmi di tutti i Governatori Distrettuali (da
ultimo vedere pagina VII dell’inserto al primo numero di “Lionismo”),
mi sono chiesto: vuoi vedere che questa volta abbiamo sfondato anche (?) in
TV?
Cosicché, fiducioso, ho atteso che prima o poi una parola, un segno,
una foto su quei maxischermi degli studi televisivi rendesse un minimo di
giustizia informativa ad una Associazione che “Da svariati anni…”
è molto attiva “…nel sostenere economicamente bambini nel
terzo mondo con le adozioni a distanza.” (fonte citata prima).
Niente di niente!
Ovviamente non è il caso di criticare per questa omissione gli ideatori
e i realizzatori della trasmissione, della quale si preannunciano addirittura
altre nove puntate: la RAI fa il suo mestiere e non sta a me giudicare se
lo fa bene o male dal punto di vista artistico e di gradimento e il cui costo,
fra comparsate e viaggi regalati, graverà su noi abbonati e sulle ditte
pubblicizzate. A ciò siamo abituati da lungo tempo.
Però non posso fare a meno di chiedermi (e chiederti). ma è
possibile che per una iniziativa di tale spessore umanitario, in perfetta
linea con gli scopi del Lionismo, praticata da molti anni su scala nazionale
- oltre che locale -, non sia stato mai possibile trovare un interlocutore
nel campo della informazione che ci rendesse un po’ di giustizia? Ci
si è sempre imbattuti in persone e organismi sordi o reticenti, oppure
difficilmente avvicinabili?
Oppure…? Il mio dubbio è che non si sia mai fatto abbastanza,
da chi di dovere, per creare, alimentare e possibilmente rendere permanente,
a livello locale e nazionale, un rapporto informativo con la carta stampata
e con le televisioni.
Non è una mia idea peregrina. A pag. 37 del numero di febbraio 2006
della rivista “The Lion”, nella rubrica “fatti nostri”
si afferma proprio questo.
E infine. Scorrendo il rendiconto delle entrate e delle uscite dell’esercizio
finanziario 2004-2005 del nostro Multidistretto, ho scoperto la voce “Comunic.Immagine”,
finanziata con poco più di settemila euro, sicuramente pochi se rapportati
ai circa due milioni di euro complessivamente esitati tra spese e uscite.
A fronte di un augurio che molte altre voci subiscano da sùbito una
drastica contrazione, non mi scandalizzerei invece qualora si decidesse per
un più cospicuo finanziamento di un capitolo di spesa più funzionale
alla nostra attività.
Con i miei più cordiali saluti.
Enzo Maggi