di Franca Piroso 
           Il club di Montefiascone Falisco-Vulsineo rappresentato dal Presidente 
            Alessandro Maria Barelli, insieme con l’Associazione Internazionale 
            Lions della Via Francigena ed Historia hanno dato luogo nei giorni 
            16-18 maggio al Convegno avente come tema la via Francigena ed i Lions 
            presenti sulla stessa via.
            La via Francigena era la via che percorrevano i pellegrini che dall’Inghilterra 
            e dalla Francia giungevano a Roma. Il primo tracciato di essa lo abbiamo 
            grazie all’arcivescovo Sigerico di Canterbury che nel 990 si 
            recò a Roma per ricevere il “pallium” da Giovanni 
            XV; sulla stessa al 100° km sorge la città di Montefiascone.
            Alla manifestazione organizzata nella suggestiva cornice della Rocca 
            dei Papi erano presenti le massime autorità lionistiche tra 
            cui: il Governatore eletto Giampaolo Coppola, il 1° Vice Governatore 
            Tommaso Sediari, il Past Presidente del Consiglio dei Governatori 
            e Delegato alla Presidenza del Centro Studi Naldo Ansemi, il Responsabile 
            Lions Day di Roma Alberto Vinci, il Presidente della terza circoscrizione 
            Piero Paccosi. Conduceva i lavori il Cerimoniere Distrettuale per 
            il Lazio Quintino Mezzoprete.
            Nella giornata di sabato 17 maggio che può essere considerata 
            la giornata più importante della manifestazione tra i tanti 
            interventi si ricordano: il Governatore Eletto Giampaolo Coppola, 
            il Sindaco di Montefiascone Luciano Cimarelli, il Presidente del Club 
            ospitante Alessandro Maria Barelli, L’on. Silvia Costa membro 
            del Parlamento Europeo, l’Assessore alla Cultura del Comune 
            di Montefiascone Renato Trapè, Maria Teresa Moschini Presidente 
            dell’Associazione Internazionale Lions della Via Francigena, 
            i rappresentanti dei Paesi già gemellati sulla Via Francigena 
            Canterbury e Chablais.
            I Lions nel pomeriggio sono stati accolti nella Sala Consiliare del 
            Comune di Montefiascone per la presentazione del nuovo percorso culturale 
            nella città e nella piazza Vittorio Emanuela è stato 
            inaugurato il Banner del 100° km.
            Nella serata organizzata presso il ristorante “La Carrozza D’Oro” 
            sul lungolago di Montefiascone si è svolta la cerimonia di 
            gemellaggio anch’essa condotta dal Cerimoniere Distrettuale 
            per il Lazio.
            Al tavolo sedevano il Governatore Eletto Giampaolo Coppola e la Sig.ra 
            Anna Maria, l’Immediato Past Governatore Mario Paolini, il 1° 
            Vice Governatore Tommaso Sediari, Filippo Lucibelli, l’Assessore 
            Renato Trapè, i Presidenti dei clubs di Montefiascone, Roma 
            Aurelium e Roma Sistina e gentili le consorti.
            Ha presenziato la cerimonia Filippo Lucibelli componente del gruppo 
            preposto ai Gemellaggi e rapporti d’Amicizia. Hanno apposto 
            le firme Enrico Chiricotto Presidente il club Roma Aurelium, Rodolfo 
            Diotalevi Presidente del club Roma Sistina, Alessandro Maria Barelli 
            Presidente del club ospitante, Filippo Lucibelli ed infine in rappresentanza 
            del Distretto 108L il Governatore Eletto Giampaolo Coppola.
            Alla cerimonia hanno partecipato anche i clubs già gemellati 
            di Chablais e Canterbury e sono seguiti tra i clubs scambi di doni 
            e di guidoncini in una simpatica atmosfera di amicizia.
            Domenica 18 maggio a chiusura della manifestazione, alla Rocca dei 
            Papi ha avuto luogo il Convegno “Montefiascone Città 
            del 100° km: punto di incontro e saldatura tra Via Francigena 
            e Via Teutonica”. 
            Nell’Intervista rilasciata il Governatore Eletto Giampaolo Coppola 
            ha sottolineato come l’iniziativa posta in atto dal club di 
            Montefiascone rientra nello scopo dei Lions di favorire la pace e 
            la comprensione tra i popoli e lo sviluppo dell’amicizia.
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          
          16-18.5.14 - MONTEFIASCONE - LA VIA FRANCIGENA
            IL RITORNO DI SIR WILLIAM BLACKWHITE
            di Enzo Maggi
          
          Come di sicuro ricorderanno i miei sempre meno numerosi 
            lettori, la Via Francigena fu l’argomento trattato esattamente 
            quattro anni orsono, in occasione di una conviviale organizzata dall’allora 
            Presidente Raffaele Mele nella sua casa ubicata in località 
            “La Castelluccia”, nei pressi della Via Trionfale, la 
            strada che rappresentava il tratto conclusivo del lungo percorso che 
            pellegrini percorrevano da Canterbury a Roma. La circostanza divenne 
            oggetto di un fantasioso racconto che vedeva come protagonista un 
            immaginario facoltoso mercante di stoffe inglesi, William Blackwhite. 
            Il racconto, pubblicato in seguito con il titolo “La Castelluccia” 
            sul n° 3 dell’annata 2010-2011 di “Lionismo”, 
            vedeva il mercante inglese talmente interessato al documento redatto 
            nel 990 da Sigerico, vescovo di Canterbury, al suo rientro da Roma, 
            nel quale erano elencate con cura tutte le 79 tappe che punteggiavano 
            il lungo tragitto, al punto da volerne assolutamente seguire l’esempio, 
            percorrendo la medesima via che, partendo da Canterbury, attraversava 
            la Francia e, una volta valicate le Alpi, si tuffava decisamente verso 
            il centro della Penisola, fino a raggiungere il Soglio di Pietro a 
            Roma. Ma il lato più fantasioso del racconto era rappresentato 
            dal fatto che il viaggio veniva accompagnato dal rapido trascorrere 
            del tempo nei suoi anni e secoli, al punto tale che sarebbe arrivato 
            alle porte di Roma proprio nel 2010, esattamente sotto il muro di 
            cinta della casa del Presidente Mele e nella quale si era intrufolato 
            di soppianto e dove, ben nascosto, aveva potuto udire che le persone 
            ivi convenute erano animate da lodevoli propositi umanitari che lo 
            scossero al punto da ripromettersi di seguirne l’esempio appena 
            possibile. E di questo proponimento possiamo trovare traccia nel racconto 
            cui si fa riferimento rileggendone le ultime righe. Infatti, una volta 
            rientrato a Canterburyr, aveva tentato di mettere insieme un gruppo 
            di persone che, alla stregua di quanto era stato testimone nella villa 
            romana, si occupasse delle persone meno fortunate e delle amministrazioni 
            più pigre. Ma evidentemente i tempi, se erano nella realtà 
            quotidiana tragicamente maturi come esigenze, lo erano assai meno 
            come sensibilità e impegno: le classi sociali, specialmente 
            quelle alte, chiuse e ben definite, si mostravano assai poco disposte 
            a prestare attenzione verso chi non ne facesse parte, lasciando a 
            rari mecenati e benefattori il compito di prendersene cura. Cosicché 
            il tentativo, simile ad una vox clamantis in deserto, naufragò 
            miseramente. 
            Passarono dieci secoli, la famiglia Blackwhite fece fortuna e salì 
            anche di rango: infatti da qualche decennio può vantare il 
            titolo di baronetto. E sir William Scott Blackwhite, ultimo discendente, 
            quando gli accadeva di tornare a contemplare le carte, ormai ingiallite 
            dal tempo, che l’antenato, aveva lasciato e nelle quali descriveva 
            luoghi, persone e sensazioni provate vivendo la meravigliosa avventura 
            alla vigilia dell’anno mille, ne restava sempre affascinato 
            e non aveva mai accantonato il desiderio di percorrere la strada ed 
            a visitare i luoghi descritti nello “scarno ma esatto documento”, 
            redatto nel 990 da Segerico e arricchito dagli scritti dell’antenato 
            al suo ritorno da Roma. Certamente non avventurandosi a piedi, come 
            un romeo di una volta, lungo la Via Francigena: la intiepidita passione 
            religiosa, la nobiltà acquisita e l‘esistenza di comodi 
            mezzi di trasporto avrebbero concorso a rendere anacronistico e criticato 
            dai benpensanti quel gesto di grande religiosità. Però 
            non aveva tralasciato di tenersi informato sulle iniziative che in 
            qualche modo coinvolgessero le 79 tappe che punteggiavano il lungo 
            tragitto che conduceva alla Città Eterna. Cosicché, 
            appena ebbe appreso che nei giorni che andavano dal 16 al 18 maggio 
            di quest’anno a Montefiascone, appunto uno dei luoghi citati 
            nel documento dell’alto prelato, si sarebbe svolta una importante 
            manifestazione per ricordare degnamente e in grande stile che a quel 
            punto mancavano “soltanto” cento chilometri per raggiungere 
            la sospirata Piazza S.Pietro a Roma e che inoltre - lo apprendeva 
            soltanto adesso - la ridente cittadina laziale costituiva una ideale 
            “Y” che congiungeva la Via Francigena alla Via Teutonica, 
            la Via Romea Germanica, che i pellegrini germanici percorrevano per 
            arrivare, una volta toccata Roma, a Gerusalemme, non frappose indugio 
            alcuno: si organizzò e intraprese il viaggio alla volta di 
            Montefiascone. Ovviamente, visto il breve tempo a disposizione e per 
            non rischiare di arrivare in ritardo, fu costretto, con rammarico 
            (sic!) e per i motivi sopra esposti, a rinunciare, malgrado la migliore 
            buona volontà, a percorrere il tragitto a piedi. 
            Una volta giunto a Montefiascone, dinanzi alla stele che fissava visivamente 
            il punto dal quale sarebbero partiti gli ultimi cento chilometri del 
            pio percorso, venne assalito da qualche dubbio sulla attendibilità 
            delle notizie che gli apparivano sui sistemi di informazione che andava 
            consultando e che, come ricordano gli attenti lettori de “La 
            Castelluccia”, pur avendo accompagnato con la loro evoluzione 
            il lungo cammino dell’antenato mercante inglese, snodatosi dalla 
            vigilia dell’anno mille fino ai nostri giorni, non erano nella 
            disponibilità di quest’ultimo. E anche se lo fossero 
            stati, gli sarebbero rimasti di difficile lettura, come accade anche 
            oggi a persone nate nel millenovecento. Infatti, mentre da un lato 
            era lieto di apprendere che le ultime rilevazioni attestavano che 
            la distanza da Roma, se coperta a piedi con ancora due giorni di cammino, 
            si era raccorciata di oltre dieci chilometri; dall’altro, con 
            l’apertura di una autostrada si era allungata di ben venti chilometri! 
            Non riusciva a capire come fosse potuto accadere: la maggiore comodità 
            del viaggio si era tradotta in un aumento del tragitto di ben venti 
            chilometri! E si chiedeva: ma non era stato proprio possibile coniugare 
            le due cose, mantenendo cioè la minore distanza attualmente 
            denunciata (anche se si trattava di un risparmio di appena dieci chilometri 
            nei confronti delle migliaia già alle spalle!), affiancandovi 
            la comodità? E’ ben vero che ciò poteva essere 
            visto come un inquinamento della sacralità e devozione del 
            pellegrinaggio; però un aiutino uno se lo aspetta sempre, anche 
            dall’Alto! Ma l’attuale inesperto e candido sir Blackwhite 
            (d’altro canto anche lui si occupava soltanto di stoffe) non 
            poteva immaginare che la realizzazione di un’autostrada deve 
            tener conto delle esigenze orografiche dei terreni da attraversare, 
            nonché delle indicazioni (rectius: pressanti richieste) che 
            i maggiorenti locali, in occasione di grandi lavori pubblici, non 
            si peritano di avanzare con argomenti sempre convincenti.
            Comunque le sue perplessità ebbero breve vita: un parterre 
            di tutto rispetto lo aveva distolto da qualsiasi altro estraneo pensiero, 
            vista la presenza di moltissime autorità che erano convenute 
            a Montefiascone per attestare adesione e compiacimento verso l’iniziativa 
            assunta dal Presidente del locale Lions Club Montefiascone Falisco 
            - Vulsineo e dell’Associazione Historia, Alessandro M. Barelli, 
            in collaborazione con il Comune di Montefiascone. Non mancavano neppure 
            rappresentanze lion di città dell’Inghilterra, della 
            Francia e della Svizzera, terre attraversate dalla Via Francigena. 
            Per l’Italia erano presenti soci dei Lions Club Roma Aurelium 
            e Roma Sistina nonché il Governatore neo eletto del Distretto 
            108L Giampaolo Coppola, l’immediato Past Governatore Mario Paolini, 
            il 1° Vice Governatore Tommaso Sediari, il PDG Naldo Anselmi e 
            rappresentanti di istituzioni europee e locali. Tavole rotonde, incontri-dibattito, 
            convegni, gemellaggi, firma e scambio delle rituali pergamene, visite 
            culturali scandirono le tre giornate di presenza di sir Blackwhite 
            nella città che il 17 maggio, un giorno dopo il suo arrivo, 
            sarebbe stata ufficialmente consacrata come la Città del 100° 
            chilometro dalla Tomba di Pietro.
            Non mancarono occasioni per incontri meno formali e di maggior spessore 
            ludico, come conviviali diurne e serali, con l’abbondante ripetuta 
            degustazione di specialità gastronomiche locali, sempre accompagnate 
            dal famoso bianco Est! Est!! Est!!! Montefiascone, scoperto, come 
            narra una leggenda, dal vescovo Johannes Defuk, il quale nel 1111 
            accompagnava nel suo viaggio verso Roma il re di Germania Enrico V: 
            l’alto prelato (la mano ecclesiastica non manca mai!) apprezzò 
            talmente il vino che si trattenne a Montefiascone per tre giorni e, 
            nel viaggio di ritorno, vi si stabilì definitivamente e vi 
            morì. Le malelingue affermarono che la fine fu dovuta ad una 
            solenne sbornia. Visto il precedente poco incoraggiante, sir William 
            Scott Blackwhite ritenne opportuno limitarsi ad imitare il vescovo 
            beone soltanto per i tre giorni e poi tornarsene prudentemente a casa, 
            dopo aver firmato un abbonamento con la rivista Historia. Tanto per 
            tenersi aggiornato sugli avvenimenti riguardante la ridente e accogliente 
            Montefiascone.
            Per quanto riguarda il vostro cronista, a lui basterà di tanto 
            in tanto fare una telefonata all’attuale Presidente del Lions 
            Club Roma Aurelium, Enrico Chiricotto, esperto conoscitore e fedele 
            frequentatore dei luoghi fin qui evocati.