GITA A NINFA E SERMONETA
13 maggio 2017

“…. Da quegli olmi le ninfe usciran fuori – te ventilando co‘ l lor bianco velo ….” , ma all’oasi di Ninfa non c’erano gli olmi e così, purtroppo, nemmeno le sperate ninfe, malgrado il posto, che non poteva essere più adatto alla loro presenza! Le rovine di Ninfa e la vegetazione spontanea che le avvolgeva, avevano già colpito lo storico Ferdinando Gregorovius, che nelle sue “Passeggiate romane” le definiva “Pompei medievale e città d’edera”, ma l’aspetto attuale, che ne ha fatto uno dei giardini più belli d’Italia, spetta a Gelasio Caetani e ad una sua decisione presa nel 1921. In tale data il Caetani appassionato amministratore di queste proprietà secolari, pensò di far rivivere le rovine della città di Ninfa, immergendole nel verde di un giardino all’inglese, cominciando a piantare i primi alberi, molti di provenienza esotica, opera proseguita dal figlio Roffredo, con la moglie Marguerite Chapin. Così Ninfa è infatti oggi divenuta una affascinante meta turistica, scelta sabato 13 maggio, come gita naturalistica e culturale del Lions Club Aurelium, guidato dal suo Presidente, Francesco Natale.

Il mese di maggio è giustamente ritenuto il più adatto per una visita al complesso, dove alle alberature dall’aspetto e dalle dimensioni secolari, mentre in realtà risalgono al massimo al 1921 ma cresciute più rapidamente grazie alla fertilità del terreno, all’abbondanza delle acque, dal fiume Ninfa che attraversa la città a quelle meteoriche, ed alla esposizione climatica, si uniscono le più varie qualità di piante, tra le quali degli altissimi bambù, e fiori, anche di origine esotica, con una particolare presenza delle rose, che sono nel migliore momento della loro fioritura.

La visita, con l’illustrazione fatta da una esperta guida, appartenente alla Fondazione Caetani, che gestisce il complesso, ha chiarito il motivo di una città “morta”, a causa degli uomini che la devastarono nel lontano 1382 e della malaria che convinse gli ultimi abitanti ad abbandonarla nel 1680. E poi la sua storia risalente all’ undicesimo secolo, l’ importanza della sua ubicazione, il suo sviluppo, attestato da numerose chiese, delle quali, Santa Maria Maggiore, i cui ruderi sono abbastanza individuabili, era stata sede nel 1159 della incoronazione a Pontefice del senese Rolando Bandinelli, che assunse il nome di Alessandro III.

Le proprietà nella zona della importante famiglia Caetani, che rivaleggiava con i Colonna, ed alla quale apparteneva Benedetto poi divenuto papa, Bonifacio VIII, risalgono proprio allo stesso che acquistò il tutto, nel 1298, compresa la sovrastante città di Sermoneta, per una cifra di oltre 200.000 fiorini d’oro. Se questo esponente della famiglia non fu molto ben visto da Dante Alighieri che lo condanna all’inferno, ancorchè vivente (“Se’ tu già costì ritto Bonifazio? – Di parecchi anni mi mentì lo scritto.“ canto XIX Inferno), ricordiamo invece con ben altro spirito la nobile figura del venerando duca di Sermoneta e Principe di Teano e noto dantista, Michelangelo Caetani, che il 9 ottobre 1870 recò al Re Vittorio Emanuele II, a Firenze, a palazzo Pitti, i risultati del plebiscito, tenutosi a Roma, il precedente 2 ottobre, che aveva visto il voto a stragrande maggioranza dei romani, di adesione al Regno d’Italia, così che Roma di cui fu anche il primo reggitore ne potesse diventare la Capitale.

Ed a Sermoneta ( mt. 257 s.l.m.) che si è svolta la seconda parte della gita, con l’accurata visita del Castello Caetani, tra i più importanti, maestosi e ben conservati castelli del Lazio , anche qui accompagnati da apposita e competente guida, che ne ha illustrato la storia, risalente al XIII secolo, ma che ha trovato il suo completamento nel XVI secolo, anche con l’intervento del grande ingegnere Antonio da Sangallo il Vecchio.

Visita accurata dei numerosi ambienti, dalla grande sala dei Baroni, alle stanze del Cardinale, alle camere da letto, per terminare con il giro dei camminamenti di ronda dai quali la vista spazia dal Circeo a utta la vasta zona di quelle che furono le paludi pontine, finalmente bonificate negli anni ’30 del secolo scorso.

Gita ricca quindi di elementi e di spunti storici, artistici e naturalistici che si aggiunge al lungo e prestigioso elenco di siti visitati dall’Aurelium nella sua ultra cinquantennale vita lionistica. (Domenico Giglio)

 

 

 

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