Ricordo di Albetta Manucci

“La Comunicazione attraverso i Mass-Media e la Stampa”


Quando venerdì 19 ottobre sono entrato nella sala del Grand Hotel “Parco dei Principi”, dove si sarebbe svolta la prima conviviale ufficiale del Club dell’annata 2007-2008, mi sono meravigliato di non vedere Albetta Manucci, la cui bianca chioma, portata con aristocratica dignità, aveva sempre attirato lo sguardo dei presenti e suscitato massimo rispetto dovuto ad una persona che, a dispetto della sua non più giovane età, non conosceva pause nella sua attività di volontariato, affiancando il Club Aurelium in tutte le sue iniziative, promuovendone addirittura altre tutte proprie.
La mia reazione non era originata dal fatto che non fossi a conoscenza della sua scomparsa: l’avevo salutata qualche giorno prima poche ore dopo che ci aveva lasciati per sempre, serenamente addormentata, con il viso disteso e quasi sorridente, come se volesse rassicurare tutti, e per primo l’amato Umberto, che era tutto a posto e che, malgrado le apparenze, non avrebbe mai fatto mancare la sua presenza.
No, non era l’ignorare l’evento che aveva suscitato la mia meraviglia. Lo stupore era causato dal quel sentimento che alberga in ciascuno di noi quando una persona, mentre era in vita, ci aveva conquistato con la sua dolcezza, la sua disponibilità, le sue iniziative, la sua vitalità e, maggiormente, la sua amicizia. Albetta era sempre al centro delle attenzioni di tutti perché mostrava sempre la massima attenzione nei confronti di tutti. E’ stata una presenza continua e operosa, quasi indispensabile, al punto che continuavo a percepirla anche in quella circostanza, per istinto e doverosamente.
E sono affatto convinto che la sua personalità, per affermarsi, non abbia avuto molta necessità di attingere al bagaglio di onori e riconoscimenti che hanno accompagnato la vita del suo Umberto. Talvolta in alcuni campi addirittura lo superava. Sono stato più di una volta, anche recentemente, ospite dei Manucci in quel dell’Isola del Giglio e non potrò mai dimenticare quando Albetta e Umberto si immergevano in mare e, in barba a giovani palestrati, si spingevano così lontano dalla riva che a malapena si potevano vedere emergere due puntini, uno nero e, ancora più al largo, quello bianco, la testa di Albetta.
E non potevo non pensare che il sentimento da me provato sulla presenza di Albetta stesse accomunando tutti i partecipanti alla conviviale, quanto meno coloro che avevano avuto, come me, il privilegio di conoscere una persona così preziosa al punto di considerare scontata la sua presenza ogni volta che il nostro amato, il suo amato Club Aurelium si riunirà.
La conferma a quanto si agitava nella mia mente la ebbi poco dopo, allorquando il Presidente Gugliuzza, leggendo una lettera a lui indirizzata da Umberto, ci comunicava che il nostro caro Past Governatore quella sera, pur assente, si sentiva tra noi con la sua adorata Albetta.
Era quello che desideravo ascoltare, che tutti desideravano, per meglio sopportare il cordoglio che brutalmente ci opprimeva.
Un affettuoso e sincero applauso rivolto in piedi da tutti i presenti ha costituito l’atto di cesura tra la commovente cerimonia e l’inizio dei lavori ufficiali della conviviale, affidati al Dott. Mario Scelba, giornalista e responsabile del TG1 Rai, che ci avrebbe intrattenuto su un argomento di particolare interesse: “La Comunicazione attraverso i Mass-Media e la Stampa”.
Il relatore ha iniziato il suo intervento sottolineando il momento di transizione che sta vivendo la comunicazione, sempre più preda di una velocizzazione che si può avvertire ricordando sia il linguaggio rapido della televisione, ormai sovrastato dalle immagini che accompagnano la notizia a scapito della sostanza dell’argomento, nonché il prepotente ingresso di nuovi mezzi di informazione quali internet e il telefonino che consentono di catturare l’attenzione del cittadino con notizie sintetiche e prive di commenti, propinate al solo scopo di mantenerla alta, così come per far salire l’audience, vero tiranno da alimentare con ogni mezzo e dal quale dipende la sopravvivenza economica di molte emittenti.
Nella comunicazione via etere continua a detenere uno spazio non indifferente la radio che, pur non costituendo più da molto tempo il focolare intorno al quale si riuniva la famiglia, ci accompagna, anche inconsapevolmente, per molte ore al giorno e che riesce spesso a catturare il pieno interesse dell’ascoltatore, non distratto da immagini più o meno pertinenti che accompagnano i notiziari in video.
Una attenzione particolare merita la carta stampata che, pur in presenza di una crisi che ne sta penalizzando la diffusione, conserva comunque una sua indiscussa importanza. L’irrompere nella platea del cittadino lettore di molte testate locali, distribuite gratuitamente grazie al supporto finanziario di una micro o media pubblicità e che, nel confronto con la diffusione in video delle notizie, possono equipararsi ad internet o al telefonino, rischia di erodere quel livello di attenzione che tuttora merita la tradizionale carta stampata, rappresentata da quotidiani di lunga illustre consolidata esistenza. Un pericolo che dobbiamo augurarci che non si concretizzi mai.
La carta stampata, oltre alla finalità propria di ogni mezzo di comunicazione e cioè l’informazione, conserva un valore dal quale non si può prescindere: la riflessione e l’approfondimento che provoca e agevola in ogni lettore interessato ad un determinato argomento, attraverso commenti o editoriali che accompagnano la notizia. Riflessioni e approfondimenti che invano attendiamo da trasmissioni televisive, quasi sempre sovraffollate da personaggi di dubbia preparazione specifica e sempre urlate.
L’intervento del relatore, seguito con molta attenzione dai presenti e chiuso con l’auspicio di una forte ripresa dell’interesse nei confronti della carta stampata che lo ha visto esordire nella sua professione di giornalista, ha offerto lo spunto ad una serie di domande proposte dal Presidente Gugliuzza e dai Soci Berardi, Dori, Ricciardi, Alicicco, oltre che dallo scrivente, e alle quali il Dott. Scelba ha risposto esaurientemente.
Il Presidente Gugliuzza, nel ringraziare l’ospite-relatore e augurando un suo gradito ritorno per continuare un discorso così attuale e stimolante, gli ha fatto omaggio, a ricordo della serata, di una targa personalizzata e del guidoncino del nostro Club. (Enzo Maggi)

Roma 19 ottobre 2007