CONVIVIALE
dedicata alla trattazione del Service Nazionale:
“Abuso sui minori: una mano per prevenire e aiutare attraverso
l’informazione e la sensibilizzazione”.
25 ottobre 2013


Venerdì 25 ottobre u.s., mentre la dott.ssa Patrizia Torretta, Vice Questore aggiunto della Polizia postale svolgeva il suo intervento sul service nazionale approvato al Congresso nazionale di Taormina, la mente di chi scrive ripercorreva all’indietro alcuni sentieri ginnasiali di tanti anni orsono quando, tra le “sudate carte”, c’era anche un certo Catullo che ci deliziava (per così dire!) con i suoi versi sdolcinati e pieni di amori, che un professore di latino, rosso di pelo e signorino di stato civile, si ostinava a proporci di tradurre in italiano, dopo averli, estatico e rapito, declamati in latino. Ma quello che maggiormente colpiva la nostra immaginazione di quindicenni, ignari sognatori di virginali amori - era la metà degli anni quaranta -, erano i riferimenti più o meno espliciti che il poeta veronese faceva a certi rapporti affettuosi che i suoi eroi maschili, veri o inventati, avevano con giovani fanciulli. E anche se il professore si sforzava di dare una sua manipolata spiegazione del verso “iam diu lusisti nucibus”, rivolto come rimprovero ed esortazione ad Imeneo, avevamo capito che le noci delle quali si parlava non erano esattamente quei frutti che maturano sui noti severi e nodosi alberi.
Quanto accadeva nella Roma pre-imperiale non aveva nulla di nuovo e di scandaloso: era la logica conseguenza della famosa locuzione latina “Graecia capta ferum victorem cepit”, che giustificava anche a Roma la pedofilia, intesa come esperienza spirituale e pedagogica, anche se le pratiche amorose tra un adulto e un minore di dodici anni nel mondo greco erano severamente condannate, almeno in via teorica. Il rapporto era consentito soltanto dopo i dodici anni; ma rientrava nel concetto di pederastia, che avrebbe visto coinvolti illustri maestri del tempo, come Socrate e Platone. Ma nel mondo romano perse la sua visione spirituale e pedagogica: il giovane nato libero ed educato sin dalla più tenera età ad avere un futuro da conquistatore, non poteva essere assoggettato a nessuno. E allora oggetto della pedofilia - e anche della omosessualità - non potevano che essere gli schiavi e i liberti.
Uno dei più noti episodi di rapporto amoroso tra adulti e minori vide protagonisti, all’inizio del secondo secolo dopo Cristo, l’imperatore romano Adriano e il giovane Antinoo; forse, se le notizie giunte a noi sono esatte, più che di pedofilia si sarebbe trattato di pederastia, considerato che il giovane seguì le vittoriose legioni di Adriano, che stavano attraversando la Bitinia, quando avrebbe avuto già l’età di quattordici anni. Della passione amorosa del grande condottiero, del dolore provato per l’oscura morte del giovane a soli venti anni, della costruzione di una città, Antinopoli, in memoria del giovane amante, ha diffusamente scritto Marguerite Yourcenar nel suo libro “Memorie di Adriano”.
Nel corso del lungo cammino che dai tempi dell’imperatore ispanico ci porta ai nostri giorni, gli atteggiamenti della società nei confronti della pedofilia ha assunto vari aspetti che sarebbe troppo lungo rievocare anche sommariamente; basti soltanto ricordare che non sono mancati tentativi di giustificazione avanzati da alcuni pensatori come Foucault e Tournier, vivacemente combattuti da Freud. Ma quel che lascia perplessi è la circostanza che si è dovuti arrivare al 25 ottobre 2007 (esattamente sei anni compiuti la sera della nostra conviviale!) perché la Comunità europea firmasse la Convenzione di Lanzarote contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale dei minori; e la perplessità diviene stupore se si pensa che il Parlamento italiano ha impiegato quasi altri cinque anni - 19 settembre 2012 - per ratificare la Convenzione, dopo uno stucchevole ping-pong tra Camera e Senato!
Comunque il legislatore italiano aveva opportunamente anticipato gli eventi quando nel febbraio del 2006, integrando la precedente legge 269/98 promulgata per combattere la pedo-pornografia, spianava la strada alla creazione di un Centro nazionale per contrastarne l’uso on-line, fenomeno ormai abbastanza diffuso, con il compito di monitorare la rete, raccogliendo anche le segnalazione che sarebbero giunte da più parti, compresi gli organi di polizia stranieri e i soggetti pubblici e privati. Il Centro, istituito presso il Servizio Polizia postale, avrebbe dovuto occuparsi della prevenzione e della repressione dei reati in tema di pedo-pornografia, avvalendosi di tutti quegli strumenti che la tecnologia avrebbe offerto per porre in atto un monitoraggio il più accurato ed esteso possibile per individuare i siti attraverso i quali si offrivano immagini e filmati di minori per l’ignobile commercio. Purtroppo l’uso generalizzato e sconsiderato di telefonini e strumenti similari da parte di minori ha reso possibile la presenza on-line di immagini e filmati realizzati dai minori stessi, forse inconsapevolmente, per gioco o per semplice esibizionismo: comunque il gesto in molti casi ha stimolato l’interesse del pedofilo e gli ha offerto l’occasione di incrementare il turpe commercio, ricorrendo anche a ricatti. Per questo motivo il Centro si avvale anche di psicologi con il compito di affiancare i minori e le loro famiglie per trattare con competenza e professionalità un argomento di estrema delicatezza, che rischia di lasciare per sempre tracce indelebili sull’equilibrio psichico dell’intero nucleo familiare.
Di tutti i compiti del Centro, della sua complessa attività, delle tecniche di indagine e dei loro risultati, dei suoi interventi nel campo che maggiormente le è congeniale, e di altro ancora, la dott.ssa Patrizia Torretta ha fatto oggetto della sua conferenza venerdì 25 ottobre, rendendo partecipe della sua esperienza di direttore tecnico capo psicologo l’attento uditorio presente. La serata si era aperta con un intervento del Presidente Chiricotto, finalizzato alla esposizione delle linee programmatiche dell’annata del club 2013-2014, con l’elencazione degli appuntamenti per l’ultima parte dell’anno corrente e dei primi mesi del prossimo. (E. Maggi)


 

 

 

 

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