VISITA DEL GOVERNATORE
4 Aprile 1970


Il 4 aprile il Governatore Distrettuale comm. avv. Enzo Rovasio ha effettuato la sua gradita visita al Club. Alle ore 20,30 ha presieduto il Consiglio Direttivo del Club. Ascoltata la relazione del Presidente dr. Ciro Orsolini sulle numerose attività del Club e quella del Segretario sulla situazione organizzativa e finanziaria, egli ha espresso il suo vivo compiacimento ed ha brillantemente dettato le direttive per una fattiva attività lionistica auspicando che questa riesca ad esercitare una notevole influenza sulla vita sociale del Paese.
In onore del Governatore è seguita una serata di gala con intervento di tutti i lions del Club e relative signore. Durante la serata alla quale sono intervenuti il Vice Governatore ed i Presidenti dei Clubs romani, sono stati presentati nove soci ai quali il Governatore ha personalmente consegnato le insegne lionistiche.
Alla fine della serata il Governatore ha consegnato al Conte Alfredo d’Amore Angiono una medaglia d’oro offerta dal Distretto quale riconoscimento dell’opera appassionata svolta lo scorso anno quale Segretario Tesoriere del Distretto.
I nuovi soci presentati sono: avv. Luigi Licci, avv. Vincenzo Alibrandi, rag. Gino Fontana, dr. Gian Paolo Paldi, avv. prof. Armando Schiavo, dr. Arrigo Conforti, dr. Mario Giovanni Gallazzi, avv. Aldo Recchi, dr. Giancarlo Scipioni.

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... Aiutiamo a svuotare di contenuto la minacciosa e tendenziosa ondata contestatrice ..........

Cari Amici Lions del Club di Roma - Aurelium,
sono grato al Vostro Presidente, l’Amico carissimo dr. Ciro Orsolini, d’avermi offerto la gradita occasione di rivolgerVi un saluto diretto e schietto, al di fuori da ogni relazione ufficiale, presentandomi a Voi, su questo Vostro Bollettino, ancora una volta come Lion tra i Lions, cosiccome ho sempre cercato di fare nel corso del mio incarico, ormai esaurito. Nel ritornare definitivamente nel mio Club di Sassari, senza altra ambizione che quella di aver portato via, da tutti i Lions con i quali ho avuto comunicazioni, una piccola parte del Loro affetto, desidero ringraziare anche Voi della accoglienza franca e fraterna che avete riservato a me e a Graziella la sera del nostro incontro ufficiale e dirVi che ricorderò a lungo quella visita come una delle più belle fatte ai Clubs del nostro impareggiabile distretto 108/L.

Cari Amici Lions,
il nostro impegno civile e sociale, di cittadini e di Lions, a fronte di problemi sempre più vasti, complessi e gravosi, si fa ogni giorno più intenso e pressante, fino a non concederci più ritardi, distrazioni o divagazioni. Le attività professionali ed affaristiche ci impongono ormai un ritmo serrato ed inesorabile, dal quale non possiamo sottrarci senza esserne superati o estraniati.
Orbene non possiamo dimenticare o trascurare lo stesso carattere di implicazione e le stesse cadenze applicative anche nella nostra vita lionistica. Se questa è, come deve essere, il riflesso o la proiezione della nostra migliore personalità, non deve esplicarsi certo come un tempo di distacco o di disincanto dalle occupazioni e sopratutto dalle problematiche giornaliere, ma inserirci nei temi e nei casi delle nostre collettività con la stessa dedizione piena ed assoluta che portiamo nelle nostre cose private.
Il Club non deve, quindi, essere (o non essere solo) un diversivo per le fatiche ordinarie, ma l’ambito di raccolta delle nostre migliori forze spirituali, ideologiche e morali: ci trovi e ci spinga a coordinarle, a promuoverle e ad applicarle, non a dimenticarle o a disperderle. Ricordiamoci che dobbiamo esplicare sempre e soltanto un “servizio”: le attività conviviali e quelle ricreative devono essere strumento funzionale per creare incontri e partecipazioni numerose, attive e creative, e non essere fine a se stesse, né avere autonoma giustificazione.
Non basta. Mentre la società intorno a noi si evolve rapidamente, sommuovendo alla base le sue stesse radici; mentre tutti i valori politici e comunitari vengono rimessi in discussione e rischiano di essere rovesciati o ricostruiti, non basta più interessarsi di problemi settoriali o marginali, di soluzioni tecniche o eminentemente applicative. Occorre riesaminare le nostre ragioni più intime, riscontrarne la validità e la sufficienza, confrontare la congruità rispetto ai moti nuovi ed alla sensibilità diversa che la società in evoluzione impone.
È a questo esame che le attività dei Clubs devono essere particolarmente sollecitate, sia perchè esso rappresenta oggi la ricerca del centro focale della nostra vita pubblica, e di riflesso di quella privata, sia perché un riscontro collettivo, e comunque dialettico, può portarci a conclusioni realistiche, solide e valide.
Si facciano, dunque, riunioni fra i Soci e li si invitino ad esprimere le insoddisfazioni, le tensioni, le incongruità e le esigenze loro proprie, o quelle delle loro attività, dei loro settori, delle loro collettività. Si confrontino le varie esperienze, si insista su indagini critiche, intimistiche, approfondite. Non si lascino in ombra aspetti anche difficili o scabrosi: si parli con franchezza assoluta e con fraterna chiarezza.
Si capiranno così, e forse solo così, le angosce ed i turbamenti di una società sconvolta e dilaniata da quelle stesse forze che quasi certamente portiamo anche in noi, anche se compresse o inesplorate. E poiché noi Lions abbiamo certamente qualità e vigore morali sufficienti per ricostruire più rapidamente e più validamente, sulla spietata analisi critica di noi stessi, dei nostri simili e delle nostre collettività, un sistema più aperto, completo e sopratutto più giusto, avremo ancora elementi o argomenti per parlare coscienziosamente e responsabilmente a coloro che, dopo l’opposizione e la censura, null’altro sanno opporre alle soluzioni mancate dei gravi problemi agitati, se non la violenza erosiva o il moto eversivo.
Solo per questa strada, a mio avviso, aiuteremo a svuotare di contenuto la minacciosa e tendenziosa ondata contestatrice, senza volerci chiudere in torri d’avorio sociali o spirituali, senza arroccarci su posizioni di élite o di privilegio e senza, sopratutto, spegnere in noi la vitalità e la continuità del nostro “servizio”.
Con affettuosi auguri e saluti,

(Enzo ROVASIO, Governatore del Distretto 108/L ITALY anno sociale 1969-1970)


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