PASSAGGIO DELLA CAMPANA
4 luglio 1970


Il commiato del Presidente

Cari amici Lions,
il Club di Roma Aurelium ha compiuto, il 27 giugno, cinque anni di vita. Non sono molti, ma certamente sufficienti per valutarne la rapida crescita nell’ambito del lionismo romano; ricchi di incoraggianti successi, di mille buone intenzioni e di qualche sacrificio per realizzare con modestia ed amore l’etica lionistica. Nato in una terra dove la civiltà etrusca affondò salde le sue radici, si è collocato in Roma, ad ogni altro pari per la dignità ed il prestigio con i quali ha affermato ed afferma la sua presenza. Cinque anni di iniziative culturali ed assistenziali di notevole livello, intraprese ed attuate con fede lionistica per “servire” nella società in cui operiamo, seguiti dalla simpatia di quanti, insieme a noi, credono nella validità dei nostri princìpi. Ne va il merito ai Presidenti, ai Consigli Direttivi, ai soci tutti i quali, con abnegazione ed in piena collaborazione, hanno condotto il Club al suo livello attuale.
L’anno sociale che scade ha visto il Club partecipe della svolta che una società instabile ed in trasformazione richiedeva e che il multidistretto ha immediatamente recepito inviando ai Lions italiani, attraverso una lettera dei Governatori, le indicazioni per una diversa e più incisiva politica lionistica e per una più pregnante presenza dei Lions nella società. Il XVIII Congresso di Sorrento ha confermato tali indicazioni, e la sua mozione conclusiva, redatta a cura dei Delegati dei Clubs di Roma Aurelium e di Roma Capitolium, ha inteso sensibilizzare i Lions a non più rimanere chiusi nell’ambito dei propri Clubs, ma anzi ad affrontare con chiara determinazione i problemi e le esigenze di una realtà in movimento con una presenza più viva, con prospettive ideologiche più aperte, con un più preciso inserimento nella società stessa per affermarvi quei valori antichi di civiltà che sono patrimonio inalienabile della nostra coscienza.
Credo di poter affermare che il Club di Roma Aurelium, in questo spirito nuovo che ha permeato i lions italiani, ha attentamente e positivamente partecipato per un più concreto avvio verso forme di interventi più consoni alla realtà attuale ed ormai irrinunciabili se i Lions vogliono non sopravvivere, ma vivere ed operare all’altezza dei tempi.
Occorre ora, a mio avviso, che le iniziative intraprese per una più stretta collaborazione tra i Clubs romani vengano continuate, nel convincimento che solo attraverso l’impegno solidale e comune sia possibile giungere ad una partecipazione più viva ai problemi che travagliano il Paese e ad un maggiore e più aperto dialogo con il mondo esterno.
Ciò significa anche che dobbiamo renderci conto della necessità non di portare nell’ambito dei Clubs le ideologie proprie dei singoli membri, ma di portare all’esterno, nella società, per farli conoscere ed affermare, i princìpi e i valori nei quali, come Lions, crediamo e che ci accomunano, per contribuire, uno per uno e tutti insieme – non solo con le parole, ma con i fatti e con l’esempio – a far sì che questo nostro grande atto di fede si trasformi in presa di coscienza della nostra realtà posta al servizio della collettività umana nello spirito di libertà, civiltà ed universalità.
Cari amici Lions, a Voi tutti il mio ringraziamento per la collaborazione affettuosa data alla mia modesta fatica , e mi scuso se l’anno sociale che chiude Vi ha dato soddisfazioni minori di quelle che forse insieme attendevamo. Al Presidente e al Consiglio Direttivo, che entreranno a giorni in carica, l’augurio fraterno di condurre il Club a migliori e più brillanti traguardi in quello spirito di solidarietà ed amicizia che non sono soltanto i contenuti formali del nostro Statuto ma, per noi tutti, un modo di essere, di vivere, di operare.
In lionism (Il Presidente uscente dr. Ciro Orsolini)

........ le nostre forze si stringano ...............

Cari amici,
il nostro Club Roma Aurelium compie quest’anno il primo lustro della sua vita lionistica.
Nato per iniziativa di un gruppo di volenterosi e fattivi promotori, si è inserito tra gli altri Clubs fratelli della capitale, portandosi in breve al loro livello per l’attività sociale svolta e per l’incremento dei nuovi aderenti.
Come sempre avviene quando si ritorna col pensiero al passato, poiché la mente riduce la successione degli eventi ad una piatta dimensione, il periodo dei cinque anni sembra brevissimo. Eppure quanti entusiasmi, tentativi e fatiche esso è costato. Tutti gli amici che si sono succeduti alla guida del Club: Presidenti, Segretari, Consiglieri hanno speso le loro migliori energie per ottenere quei risultati di cui tutti noi, oggi possiamo essere fieri e soddisfatti.
Ricordo un rapido susseguirsi: il Concerto di Natale nel primo cinquantenario della fondazione del Lion Internazionale, la rievocazione storica dei Granatieri di Sardegna, la serata per la visita simultanea dei cinque Governatori del Multidistretto I.T.A.L.Y., la dottissima conversazione del dr. Italo De Feo, Vice Presidente della RAI-TV, sul tema “I mezzi di informazione nella società attuale” e molte altre manifestazioni culturali, artistiche, dilettevoli che hanno allietato le nostre serate.
Voglio tacere le nostre iniziative benefiche ed assistenziali che in ossequio al nostro motto lionistico “SERVIRE” dobbiamo cercare sempre di incrementare mai rappresentando un punto di arrivo.
Ora, amici, inizia il secondo quinquennio della nostra vita sociale ed a me – che la vostra stima e fiducia hanno voluto affidare la guida per l’annata 70-71 – spetta il compito di proseguire il cammino intrapreso. Compito invero non facile, ma al quale mi accosto confortato dal pensiero che tutti voi, avendo abbracciato l’etica lionistica, vi sentite certamente uniti a me per potenziare il nostro Club e con esso concorrere, nel limite delle nostre forze e possibilità, a diffondere il Lionismo.
L’epoca che viviamo è caratterizzata da un fermento, un’instabilità, una trasformazione di tutto ciò che ci circonda: una cosa appena concepita e creata è già vecchia e viene sopravanzata da altre più moderne, più progredite. Conseguentemente cambia il modo di pensare, di vivere, cambiano i costumi e si vorrebbe cambiassero anche i princìpi morali che costituiscono il fondamento della nostra vita e che sono i cardini della nostra educazione.
In tale situazione e quanto mai attuale che le nostre forze si stringano, si rinserrino e cerchino di rendere partecipi degli scopi statutari del Lionismo quanti più uomini qualificati sia possibile.
Il nostro Codice d’Onore professato su vasta scala ed ovunque costituirebbe senza dubbio un valido esempio ed allora avremmo contribuito a che i nostri princìpi non solo siano salvi, ma possano essere protesi verso “una nuova visione umanistica del mondo, della storia e della vita, basata su principi di giustizia e fratellanza universali”.
(Il Presidente entrante gr. uff. rag. Armando Bragaglia)



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