Il commiato del Presidente
Cari amici Lions,
il Club di Roma Aurelium ha compiuto, il 27 giugno, cinque anni di vita. Non
sono molti, ma certamente sufficienti per valutarne la rapida crescita nell’ambito
del lionismo romano; ricchi di incoraggianti successi, di mille buone intenzioni
e di qualche sacrificio per realizzare con modestia ed amore l’etica
lionistica. Nato in una terra dove la civiltà etrusca affondò
salde le sue radici, si è collocato in Roma, ad ogni altro pari per
la dignità ed il prestigio con i quali ha affermato ed afferma la sua
presenza. Cinque anni di iniziative culturali ed assistenziali di notevole
livello, intraprese ed attuate con fede lionistica per “servire”
nella società in cui operiamo, seguiti dalla simpatia di quanti, insieme
a noi, credono nella validità dei nostri princìpi. Ne va il
merito ai Presidenti, ai Consigli Direttivi, ai soci tutti i quali, con abnegazione
ed in piena collaborazione, hanno condotto il Club al suo livello attuale.
L’anno sociale che scade ha visto il Club partecipe della svolta che
una società instabile ed in trasformazione richiedeva e che il multidistretto
ha immediatamente recepito inviando ai Lions italiani, attraverso una lettera
dei Governatori, le indicazioni per una diversa e più incisiva politica
lionistica e per una più pregnante presenza dei Lions nella società.
Il XVIII Congresso di Sorrento ha confermato tali indicazioni, e la sua mozione
conclusiva, redatta a cura dei Delegati dei Clubs di Roma Aurelium e di Roma
Capitolium, ha inteso sensibilizzare i Lions a non più rimanere chiusi
nell’ambito dei propri Clubs, ma anzi ad affrontare con chiara determinazione
i problemi e le esigenze di una realtà in movimento con una presenza
più viva, con prospettive ideologiche più aperte, con un più
preciso inserimento nella società stessa per affermarvi quei valori
antichi di civiltà che sono patrimonio inalienabile della nostra coscienza.
Credo di poter affermare che il Club di Roma Aurelium, in questo spirito nuovo
che ha permeato i lions italiani, ha attentamente e positivamente partecipato
per un più concreto avvio verso forme di interventi più consoni
alla realtà attuale ed ormai irrinunciabili se i Lions vogliono non
sopravvivere, ma vivere ed operare all’altezza dei tempi.
Occorre ora, a mio avviso, che le iniziative intraprese per una più
stretta collaborazione tra i Clubs romani vengano continuate, nel convincimento
che solo attraverso l’impegno solidale e comune sia possibile giungere
ad una partecipazione più viva ai problemi che travagliano il Paese
e ad un maggiore e più aperto dialogo con il mondo esterno.
Ciò significa anche che dobbiamo renderci conto della necessità
non di portare nell’ambito dei Clubs le ideologie proprie dei singoli
membri, ma di portare all’esterno, nella società, per farli conoscere
ed affermare, i princìpi e i valori nei quali, come Lions, crediamo
e che ci accomunano, per contribuire, uno per uno e tutti insieme –
non solo con le parole, ma con i fatti e con l’esempio – a far
sì che questo nostro grande atto di fede si trasformi in presa di coscienza
della nostra realtà posta al servizio della collettività umana
nello spirito di libertà, civiltà ed universalità.
Cari amici Lions, a Voi tutti il mio ringraziamento per la collaborazione
affettuosa data alla mia modesta fatica , e mi scuso se l’anno sociale
che chiude Vi ha dato soddisfazioni minori di quelle che forse insieme attendevamo.
Al Presidente e al Consiglio Direttivo, che entreranno a giorni in carica,
l’augurio fraterno di condurre il Club a migliori e più brillanti
traguardi in quello spirito di solidarietà ed amicizia che non sono
soltanto i contenuti formali del nostro Statuto ma, per noi tutti, un modo
di essere, di vivere, di operare.
In lionism (Il Presidente uscente dr. Ciro Orsolini)
........ le nostre forze si stringano ...............
Cari amici,
il nostro Club Roma Aurelium compie quest’anno il primo lustro della
sua vita lionistica.
Nato per iniziativa di un gruppo di volenterosi e fattivi promotori, si è
inserito tra gli altri Clubs fratelli della capitale, portandosi in breve
al loro livello per l’attività sociale svolta e per l’incremento
dei nuovi aderenti.
Come sempre avviene quando si ritorna col pensiero al passato, poiché
la mente riduce la successione degli eventi ad una piatta dimensione, il periodo
dei cinque anni sembra brevissimo. Eppure quanti entusiasmi, tentativi e fatiche
esso è costato. Tutti gli amici che si sono succeduti alla guida del
Club: Presidenti, Segretari, Consiglieri hanno speso le loro migliori energie
per ottenere quei risultati di cui tutti noi, oggi possiamo essere fieri e
soddisfatti.
Ricordo un rapido susseguirsi: il Concerto di Natale nel primo cinquantenario
della fondazione del Lion Internazionale, la rievocazione storica dei Granatieri
di Sardegna, la serata per la visita simultanea dei cinque Governatori del
Multidistretto I.T.A.L.Y., la dottissima conversazione del dr. Italo De Feo,
Vice Presidente della RAI-TV, sul tema “I mezzi di informazione nella
società attuale” e molte altre manifestazioni culturali, artistiche,
dilettevoli che hanno allietato le nostre serate.
Voglio tacere le nostre iniziative benefiche ed assistenziali che in ossequio
al nostro motto lionistico “SERVIRE” dobbiamo cercare sempre di
incrementare mai rappresentando un punto di arrivo.
Ora, amici, inizia il secondo quinquennio della nostra vita sociale ed a me
– che la vostra stima e fiducia hanno voluto affidare la guida per l’annata
70-71 – spetta il compito di proseguire il cammino intrapreso. Compito
invero non facile, ma al quale mi accosto confortato dal pensiero che tutti
voi, avendo abbracciato l’etica lionistica, vi sentite certamente uniti
a me per potenziare il nostro Club e con esso concorrere, nel limite delle
nostre forze e possibilità, a diffondere il Lionismo.
L’epoca che viviamo è caratterizzata da un fermento, un’instabilità,
una trasformazione di tutto ciò che ci circonda: una cosa appena concepita
e creata è già vecchia e viene sopravanzata da altre più
moderne, più progredite. Conseguentemente cambia il modo di pensare,
di vivere, cambiano i costumi e si vorrebbe cambiassero anche i princìpi
morali che costituiscono il fondamento della nostra vita e che sono i cardini
della nostra educazione.
In tale situazione e quanto mai attuale che le nostre forze si stringano,
si rinserrino e cerchino di rendere partecipi degli scopi statutari del Lionismo
quanti più uomini qualificati sia possibile.
Il nostro Codice d’Onore professato su vasta scala ed ovunque costituirebbe
senza dubbio un valido esempio ed allora avremmo contribuito a che i nostri
princìpi non solo siano salvi, ma possano essere protesi verso “una
nuova visione umanistica del mondo, della storia e della vita, basata su principi
di giustizia e fratellanza universali”.
(Il Presidente entrante gr. uff. rag. Armando Bragaglia)
Foto:
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